Buongiorno amici lettori, buon lunedì!
In uscita oggi "Vivere controluce", il nuovo libro di Giorgia Golfetto 😊
Titolo: Vivere controluce
Autore: Giorgia Golfetto
Genere: Narrativa
Disponibile in ebook a € 1,49
a breve anche in formato cartaceo
Pagina autore: La pagina di Giorgia
TRAMA:
Anna è una donna felice e
realizzata: dipinge, è moglie, è madre.
Davanti a una tazza di caffè,
un giorno, ripercorre passo dopo passo gli anni trascorsi dalla prima
adolescenza. Con occhio velato, guarda dentro al suo cuore: che ora è libero
dalle catene dell’odio e del rimpianto, ma non è sempre stato così.
A 14 anni, l’esistenza di Anna
è stata travolta da un evento inaspettato. Da allora, si è resa conto che la
vita non va confusa con la mera sopravvivenza: per vivere davvero, ci vuole
coraggio, soprattutto ci vuole l’Amore.
Il suo è stato un lungo
percorso di scoperta e crescita, di sofferenza e gioia: alla fine, ha ritrovato
se stessa, quella bambina-donna che aveva smarrito nel dolore e
nell’autolesionismo.
Anna ha imparato ad amare e a
farsi amare. Ha trovato la strada giusta per il futuro che ora le appartiene.
BIOGRAFIA:
Giorgia ha 39 anni ed è una
mamma e una moglie che ha dovuto interrompere tutto per i figli.
Il tutto non è importante, era
tanto tempo fa.
È nata e vive in Veneto,
vicino a Venezia. La città sul mare che ha ispirato e ospitato grandi artisti.
Un luogo di eterna cultura e splendore.
Ha iniziato a leggere come
tutti: a scuola. In tenera età prediligeva il gioco, crescendo ha scoperto la
lettura e, con essa, è cresciuta.
Ha iniziato a scrivere molto
presto: poesie e pensieri. Aveva 13 anni quando “Les Fleurs du mal” di
Baudelaire giunsero nelle sue mani, fu un caso e un amore a prima vista. Dopo
la lettura del “poeta meledetto” iniziò a comporre brevi pensieri, talvolta in
rima.
Nessun componimento superò il
muro di cinta della sua casa, almeno fino all'avvento dei social media.
Polvere sui ricordi è il
titolo della sua prima pubblicazione avvenuta nel Marzo 2017.
Odia la domanda “perché
scrivi”. Scrive perché le piace e perché ha qualcosa da dire. Ama le storie che
contengono un significato (foss'anche quello di divertire) e che sappiano
scatenare emozioni forti. Con la scrittura e nella scrittura Giorgia si
ricarica e trova il bandolo della matassa dei suoi vorticosi pensieri.
Non ama parlare di sé,
preferisce lasciare frammenti del suo essere tra le pagine dei suoi racconti.
Se cercate titoli onorifici o
lauree ad honorem, avete sbagliato persona: non ha una laurea né ha conseguito
alcun premio letterario; per vincere bisogna partecipare. Lei non ha
partecipato.
Nel tempo libero da scrittura
e famiglia, Giorgia legge molto e spazia senza sosta da un genere all'altro,
senza mai farsi mancare un classico.
Collabora in veste di
recensore per il blog letterario Insaziabili Letture.
Ha scritto e auto pubblicato
tre libri:
- Polvere sui ricordi (self
Publishing) – Narrativa rosa contemporanea
Amore e guerra. La relazione
profonda tra essere e vivere.
- Guida astronomica per
genitori alienati (self publishing a quattro mani con l'autore Massimo Della
Penna). - Comico - famiglia
Un ironico viaggio attraverso
le piacevoli disavventure genitoriali.
- Non camminerai mai più da
solo (self publishing con l'autore Stefano Iacuessa). - Narrativa contemporanea
Una novella sul rapporto tra
due fratelli immersi in un contesto sociale alquanto comune.
Il genere che più le si addice
è la narrativa rosa o contemporanea, tuttavia, è un'autrice che ama sperimentare
e azzardare. Il suo motto è studio, impegno e applicazione.
DICE L'AUTRICE:
Il libro tratta di un problema molto
diffuso: i disordini alimentari. Le esperienze della protagonista sono attinte
dalla realtà (cause escluse). La realtà è la mia. Ne ho sofferto per anni e non
posso dire di esserne completamente uscita.
Come per tutte le dipendenze non se ne esce mai
del tutto, ma si impara a gestirle e a controllarle.
BREVE ESTRATTO:
Mi chiamo Anna, ho 45 anni e sono seduta in veranda a
respirare l’aria che profuma di vita. Mi sono svegliata poco fa e il cielo era
così bello che non ho resistito. Quando la natura chiama, bisogna fermarsi e
seguire quella eco, farsi coccolare dalla sua materna carezza e assaporarne
l’essenza.
C’è una leggerissima bruma, a quest’ora del giorno, che
rende il paesaggio magico. Sembra quasi di vivere all’interno di un romanzo
epico, nell’attesa che l’eroe appaia all’orizzonte pronto a giurarci amore
eterno.
Lo so che la mia fantasia corre troppo veloce, ma è
inevitabile per la mia mente costruire un’avventura semplicemente dall’incanto
che sprigiona una, insolitamente fresca, mattina di giugno.
Tuttavia la mia testa ha già una storia, meno epica e più
infausta.
È bastata una tazza di caffè.
Sarà stato il raggio del timido sole che ha illuminato il
tavolo o forse il bacio di mio marito mentre mi porgeva la bevanda fumante, sta
di fatto che i pensieri hanno iniziato a viaggiare nella direzione meno
scontata.
Il collegamento, però, è semplice.
Quel caffè nero, amaro, bollente e servito in una tazza
da tè mi ha riportato alla mente Mario Zago.
Mio padre.
Mio padre aveva i miei stessi gusti in fatto di caffè ma,
fortunatamente, non sembro avere altri tratti in comune con lui.
Con la consapevolezza raggiunta, mi rendo conto di non aver
mai davvero conosciuto quell’uomo, sangue del mio sangue. Non ne ebbi
l’opportunità, anche se ci provai.
Per il famoso notaio Mario Zago io ero un bellissimo
soprammobile da esibire durante cene e occasioni particolari e come tale, non
dovevo parlare, non dovevo chiedere. Solo sorridere.
Ero una figlia modello davanti alla sua corte e il nulla
tra le mura domestiche.
Non sarei dovuta esistere. Fu un imperdonabile errore di
mia madre, almeno secondo mio padre: lei lo ingannò. Quando rimase incinta,
lottò per tenermi, mettendosi contro l’uomo che amava e che non desiderava
avere figli, e quando Mario Zago voleva una cosa trovava sempre il modo di
ottenerla. Tranne allora.
Sembrerebbe l’amore profondo di una mamma verso la sua
creatura, e forse lo fu. Solo che rimase anche l’unico atto d’affetto sincero
che io annoveri tra gli strani comportamenti di Cristina, mia madre.
Ora come ora, ricordo il mio passato con dolce
malinconia. Ho imparato ad accettarlo come parte fondamentale del mio essere,
ma non come unica ragione.
Ci sono stati periodi in cui quella vita ha rischiato di
trascinarmi nel baratro di una morte apparente. Ho rinunciato al presente per
troppi anni, alimentando il dolore con la paura, indossando abiti inadeguati
alla mia anima, cercando una perfezione che non aveva ragione di esistere.
Ho dovuto incontrare ogni demone e guardarlo negli occhi
per impedirgli di divorarmi, ho sconfitto il timore e la vergogna accettandoli,
ma sopra ogni cosa ho dovuto imparare ad amare e a lasciarmi amare.
Nonostante la mia infanzia e parte della mia giovinezza
siano state davvero critiche, non ripudio nulla, nemmeno una lacrima. Se lo
facessi, dovrei rinnegare le gioie che ogni ferita non rimarginata ha lasciato
filtrare nel mio cuore, e sono state molte, molte più dei dispiaceri.
“Lascia fare alla vita e lei ti insegnerà come amarla”,
diceva sempre mia zia Caterina, la sorella di mia madre.
La stella polare nel mio personale viaggio, l’astro più
brillante a illuminare il mio cammino, anche se non l’unico.
Il caffè l’ho bevuto, papà, e ho brindato a noi! Forse
ora riuscirai a capire che, nonostante tutto il male infertomi, io ti voglio
bene.
Grazie <3
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