domenica 25 marzo 2018

RECENSIONE "LA FORMA DELL'ACQUA" di Guillermo Del Toro



Valentina Piazza, la nostra nuova collaboratrice - che abbiamo subito messo al lavoro 😉 - ha letto "La forma dell'acqua" di Guillermo Del Toro 😊 





Autore: Guillermo Del Toro

Casa editrice: TRE60

Disponibile in ebook a € 9,99
e in formato cartaceo a € 15,30

Pagina autore: Guillermo Del Toro 





TRAMA:

Baltimora, 1962. Dopo aver perso l'uso della voce a causa di un incidente, la giovane Elisa conduce una vita spenta, senza ambizioni. Ma un giorno, all'interno del laboratorio in cui lavora come donna delle pulizie, entra per sbaglio in una stanza e fa una scoperta straordinaria: in una vasca piena d'acqua c'è una strana creatura. È sicuramente prigioniera e con ogni probabilità è lì perché oggetto di un esperimento. Ma cos'è? Anzi: chi è? All'insaputa di tutti, Elisa entra in contatto con quella creatura e tra i due si crea un legame sempre più forte. Un legame incomprensibile al mondo, che vede in lei una donna insignificante e nella creatura soltanto un mostro da studiare. Un legame che però ha i tratti e la forza del vero amore... 




IL PARERE DI VALENTINA PIAZZA:

Immergendovi nelle pagine de “La forma dell’acqua” dovrete usare tutti i cinque sensi, cominciando da subito sarete immersi nell’aria umida e soffocante della foresta amazzonica, tra rami intricati, liane che stritolano e insetti che pungono. Seguirete Richard Strickland in una spedizione al cuore della creazione, verso la sorgente della vita, sulle tracce del Deus Branquia, un essere metà uomo e metà pesce, venerato come un dio dagli indigeni locali. Stickland esegue gli ordini del generale Hoyt, è una macchina, è spietato, non ha più un cuore e lo capiamo da subito, da come tratta i suoi sottoposti, da come vede la natura con i suoi occhi ostili e sospettosi, purtroppo è una macchina vincente trova il Deus, lo ferisce e lo trascina nella civiltà dell’istituto di ricerca aerospaziale di Occam, Baltimora.
La famiglia di Strickland è composta dalla moglie Lainie e da due figli.
Lainie stira, lava, cucina, si fa bella per il marito ma sente un vuoto dentro e sa che il marito è malvagio, cambiato dopo la guerra di Corea,  tornato dall’Amazzonia anche peggio di quando era partito. La sua solitudine è ben rappresentata dall’alienazione del gesto continuo di stirare: stira e vede la sua sofferenza, la propria vita senza più uno scopo, i suoi bambini che cambiano sotto i suoi occhi, la malvagità oscura e l’assenza di empatia del marito.
Elisa è la luce nell’oscurità, non può parlare a causa di una menomazione che ha subito in orfanotrofio, non ha famiglia, non ha nessuno se non il suo amico Giles, un artista gay senza un soldo che le abita accanto, è un’emarginata, è come una principessa senza voce ma piena di sentimenti che vorrebbe urlare al mondo. Elisa ha la passione per le scarpe: rosse, scintillanti, che brillano, con i tacchi alti, è una donna delle pulizie all’istituto di Occam e tutte le notti, spazza e pulisce i bagni insieme a Zelda, la sua unica amica: una donna di colore corpulenta e spiritosa. Una notte cambia tutto: Elisa e Zelda sono state selezionate per pulire una stanza segreta, la stanza dove è imprigionato il Deus, qui conoscono il dottor Hoffsteler, l’unico che sembra dotato di umanità in tutto l’edificio, ed Elisa vede per la prima volta la creatura. Tra i due sembra scattare da subito una connessione profonda, lei gli porta uova in dono, fa suonare musica e canzoni, danza per lui, gli insegna il linguaggio dei segni, si innamora, ricambiata. La profondità del loro amore è reale e la comunicazione, proprio perché non verbale, molto profonda e segnante. Strickland odia il Deus Branquia con tutto sé stesso, vuole Elisa che però gli sfugge, il suo malanimo è tale che convince i dirigenti della necessità di sopprimere la creatura. Questo sarà il punto in cui tutto precipiterà, le decisione verranno prese senza riflettere, l’amore romperà le barriere sociali e gli argini degli obblighi come una marea impossibile da fermare. Tutto il libro è permeato da metafore legate all’acqua, come simbolo purificante, come mezzo per raggiungere la perfezione e congiungersi con la deità. Sarà la rivincita degli esclusi, la donna delle pulizie di colore (Zelda), l’artista gay (Giles) e la muta (Elisa) contro l’ordine civile e militare rappresentati da Strickland e dal generale Hoyt.
Il libro mi ha lasciato una sensazione di magia e speranza, tra le sue pagine sentivo gli odori descritti e  vedevo le emozioni prorompenti di Elisa che è bella e perfetta, malgrado quello che tutti sembrano pensare di lei, ha una visione chiara di ciò che nella vita è realmente importante ed è pronta a battersi e rischiare tutto per difenderlo.
La creatura, il Deus, è l’eroe romantico, il cavaliere che salva e dona la vita, permeato da tutte le cose del mondo è parte di esso nel modo più profondo possibile.
Giles è il riscatto, la possibilità di riprendersi la propria vita anche quando si pensa non sia più possibile, come anche Lainie.
Strickland è il male assoluto, la dipendenza dal potere, l’alienazione della crudeltà perpetrata senza più chiedersi se le proprie azioni siano giuste o sbagliate.
L’acqua è la purificazione, il passaggio, il simbolo dell’amore rinnovato. Questo e molto altro è quello che ho trovato in questo libro splendido, che spero doni la sua magia a chi deciderà di iniziare il viaggio tra le sue pagine.

“Incapace di percepire la tua forma, ti ritrovo ovunque intorno a me tua presenza mi riempie gli occhi con il tuo amore, e commuove il mio cuore, perché sei ovunque”.



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