domenica 22 settembre 2019

RECENSIONE "DIARIO DI UN PERDENTE DI SUCCESSO" di Dario Mondini




Buon pomeriggio amici lettori!
Non c'è due senza tre... Un'altra bella recensione per "Diario di un perdente di successo" dell'autore Dario Mondini, edito Europa Edizioni. 
A cura di Alessia Toscano.





Autore: Dario Mondini
Genere: Romanzo autobiografico

Casa editrice: Europa Edizioni

Disponibile in ebook a € 9,49
e in formato cartaceo a € 13,51





TRAMA:

Cinquecento metri, un chilometro, non so bene quanto stia percorrendo, le macchine mi passano di fianco lavandomi a ogni pozzanghera. Ho paura ma non sento la fatica, ho quasi quarant’anni e un’anca ricostruita tramite osteosintesi a seguito dello schianto del 2011. Mi merito una serataccia così, un segno del destino, basta cercare avventure che svuotano l’anima e prosciugano il portafogli. Penso a Viviana, la ragazza che amo e corteggio inutilmente da due anni, a lei piace fare jogging oltre che danzare. Corro un po’ per emularla e nel frattempo mi vengono in mente tante cose, ripercorro i miei primi (quasi) trentanove anni. Se fossimo insieme tutto questo non sarebbe successo, non sarei uscito di casa, saremmo assieme a guardare gli Europei o forse ancora a ripercorrere i passi del suo recente saggio di danza. 



Un perdente di successo, come potrei essere io o chiunque altro si trovi a vivere la propria vita.
Che brillante inizio per una recensione, direte voi!
D’altronde Dario Mondini ci racconta le vicissitudini di un ragazzo, prima, e di un uomo, poi, in una maniera talmente limpida e personale da potersi perfettamente rispecchiare.
Certo, io non giocherò mai in una squadra di calcio e non farò tornei di ping pong, ma ho apprezzato davvero il diario di “uno di noi”.
Come lui stesso scrive, la sua esistenza è costellata da “amicizie da libro Cuore” e scaldata dalla presenza di una “famiglia da Mulino Bianco”. Il sogno di chiunque. Eppure... nel titolo c’è la parola PERDENTE, sapientemente associata al termine SUCCESSO, tanto da formare un ossimoro intrigante e centrato in pieno.
Ma le biografie sono noiose... cosa me ne importa di leggere il racconto dei primi quarant’anni di qualcuno?
E invece mi sono ricreduta.
Lo stile di Dario è scorrevole e avvincente. Ci rivela senza vergogna i suoi limiti, insegnandoci che essi sono fatti per essere superati, e non aggirati.
Incontriamo i suoi amici e la sua famiglia, senza risultare noioso ce li presenta talmente bene che sembra di conoscerli semplicemente leggendoli.
Ci parla dei suoi successi come delle batoste; degli attimi belli e di quelli brutti; delle partite di calcio e di ping pong; del successo lavorativo e dei momenti di stasi professionale; delle avventure, o meglio, disavventure amorose.
Tanti sorrisi, alcune risate sparse, ma anche emozione e qualche lacrimuccia hanno condito la mia lettura, facendomi partecipare attivamente alle emozioni e alle sensazioni vissute da Dario, tanto da sentirle sulla mia pelle.
Ho tifato sfegatatamente per lui durante le partite calcistiche o i tornei di ping pong, anche se da profana, a volte ho rischiato di perdermi durante i racconti sportivi. I maschietti saranno sicuramente più coinvolti riguardo questo aspetto.
Ci sono stati dei momenti di delusione per Dario, ma anche parecchie soddisfazioni, la vita è fatta di piccoli passi che ci portano a essere le persone che siamo.
L’autore si mette in gioco, senza vergogna, è un tipo che non si arrende.
Lo immagino col fiato grosso e il cuore che batte davanti a qualcosa a cui tiene o a una donna importante, ma con la consapevolezza che essere sé stessi paga sempre e comunque.
Dario mi sembra un uomo ironico e auto-ironico, il che denota, a mio avviso, la presenza di una grande testa, peculiarità da non sottovalutare affatto.
Tra le pagine, non si erge a eroe, ma è coraggioso e si mette a nudo completamente, mostrando sicurezze e insicurezze. Ci parla della sua prestanza fisica (o non); dei due di picche; dei suoi peccati veniali; ma anche del suo grande cuore, della sua simpatia e del valore più importante che esista, a parte la famiglia, ovvero l’amicizia vera.
A me sembra uno che possa rappresentare un po’ l’anima del gruppo, il collante, il trascinatore. Insomma, se non c’è, si sente.
Sarei curiosissima più di una scimmia di sapere cosa ne pensano le persone nominate nel libro, e cosa hanno detto all’autore riguardo a questo. Deve essere stata una bella sorpresa per loro.
Il “futuro è tutto da scrivere”, come lui stesso scrive, quindi aspettiamo il proseguo del suo diario, sicura che continuerà a vivere pienamente il suo mondo, per poi regalarcelo, facendoci viaggiare tra nuove e avvincenti pagine dell’esistenza di un SEMPLICE e NORMALE uomo, FUORI DAL COMUNE. Anche io ho trovato un ossimoro da affiancare al titolo!
E ora avrei una gran voglia di conoscerlo.
In fondo Dario è un irresistibile e vulcanico “perdente di successo”.


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