giovedì 23 gennaio 2020

"I VOLTI DEL SILENZIO" di Adelaide Camillo



Buongiorno follower!
Nuova toccante pubblicazione per l'autrice Adelaide Camillo: "I volti del silenzio", edita Pav Edizioni. 




Autore: Adelaide Camillo
Genere: Narrativa

Casa editrice: Pav Edizioni
Collana: Storie di vita

Disponibile in formato cartaceo a € 10,00

Pagina Facebook: Adelaide Di Massimo 




TRAMA:

La storia tragica di Enzina Cappuccio e Fiorinda di Marino, uccise dai loro compagni e raccontata da chi, come me, non sapeva neanche che esistessero.
Storie di sofferenze, dolore e solitudine. Consumate in quartieri cresciuti a dismisura, affollati e caotici, il cui vivere rumoroso ha soffocato le timide richieste d’aiuto delle povere donne, così lontane fra loro eppure unite dallo stesso tragico destino. Accomunate nel caos e nel silenzio, nello smog e nel profumo di anemoni, i fiori dell’abbandono, dal fragile stelo e con una vita breve, troppo breve, come quella di Enzina, di Fiorinda e di tante, troppe donne, vittime e volti del rumoroso silenzio della vita che, come un fiume indifferente, scorre e va. 



BIOGRAFIA:

Adelaide Camillo nasce a Napoli dove vive con il marito e due gatti.
Lavora come assistente familiare.
Ha iniziato a scrivere con la Pav Edizioni nel 2018, pubblicando il giallo "L'Ispettore D'Amato 26 luglio 1968", la storia ispirata a Guerina Piscaglia e "Finché morte non ci separi".
Ha partecipato a due concorsi Pav Edizioni:
- "Ali spezzate", antologia dedicata alla violenza sulle donne con il racconto "Assuntina" dove è arrivata seconda. 
- "Emozioni nascoste" antologia dedicata alla poesia con due titoli: "A te" e "Ed il mare poi".
Inoltre collabora con radio GM 2.0 con "L'angolo di Eleda", uno spazio dedicato alle interviste ai colleghi scrittori.



DICE L’AUTRICE:

Ho scritto questo libro in collaborazione con Frida Kahol La Città Delle Pari Opportunità Di Marano Napoli, un centro antiviolenza di genere che si autofinanzia e che ha dedicato appunto alle due donne una panchina e lo sportello antiviolenza.
Ho collaborato in maniera particolare con le volontarie Gabriella Notorio e Valeria Giuliano.
All’interno del libro troverete notizie sulle vittime e sull’Associazione.
E l’ultima parte vede la comparsa di Frida Kahol e anche questo ha il suo senso.
Un libro tutto da leggere!






BREVE ESTRATTO:

Il mio pensiero 
È difficile raccontare una realtà sempre più drammatica e assurda. Ormai non c’è giorno in cui non viene data notizia di un femminicidio, non c’è giorno in cui non si sente di un'altra donna uccisa da chi diceva di amarla. Anche se non capisco di quale amore si parli perché non credo che l’amore (quello vero) ti faccia desiderare di uccidere.
Forse è possesso, forse è debolezza, forse è il non voler accettare un fallimento personale o forse è l'accorgersi che il giocattolino con cui chissà per quanto tempo, colui che professava amore, ci ha giocato fino a romperlo in mille pezzi. Forse... tanti... troppi forse, che però non giustificano nulla, non appagano.  Niente aiuta a capire così tanto odio, così tanta violenza. Niente aiuta a capire il perché di una escalation di vessazioni, di soprusi… di orrore.
In fondo può succedere, molte cose non vanno come vorremmo. Una storia può finire, un amore si può consumare, non capisco perché non si possa accettare con civiltà e con rispetto una scelta e non si possa dare a ognuno la possibilità di ricominciare una nuova vita ricostruendola da quello che resta. Perché non viene data la possibilità alla propria compagna di andare via senza morire?
Magari dopo anni di sofferenze e di violenze?
Non mi spiego il perché del “mia o di nessuno”
Non capisco il motivo per cui a tante, troppe donne non viene data la possibilità di ricominciare.
Mi chiedo dove sta la soddisfazione, se di soddisfazione si può parlare, nel vedere la propria compagna a terra senza vita o sfregiata nel volto e nell’ anima per sempre. Non mi spiego nulla e come me tanti restano allibiti dinnanzi all'ennesima notizia di cronaca a cui abbiamo imparato a dare il nome di Femminicidio.

I volti del silenzio, sono i volti delle donne che non ci sono più o che vivono nel loro costante dolore incapaci di chiedere aiuto, magari non hanno il coraggio di denunciare o se lo fanno non vengono ascoltate.   Donne che hanno paura e che per tanto, troppo tempo hanno vissuto nel terrore e sopportato, pianto, urlato e nessuno le ha viste o sentite. Donne che si sono rassegnate a vivere fra schiaffi, offese e lividi che nascondono a se stesse ma non agli altri... perché un occhio nero si vede; un livido in faccia, se c’è, non si può nascondere neanche con chili di fard, eppure vanno avanti così, mentre chi osserva tace.
Forse è questo il vero problema: chi osserva tace, perché magari per fortuna non tocca a noi che siamo più fortunate? E se invece ci toccasse? Vorremmo essere aiutate?
Ecco, riflettiamo sulla prossima vittima… potrei essere io, o forse tu che stai leggendo, la nostra vicina, una conoscente, una figlia… Ecco, pensiamoci. Magari impareremo a non tacere e la prossima volta quando vedremo un occhio nero impareremo a chiederci se possiamo fare qualcosa, anche minima. Quel qualcosa seppur piccola potrebbe salvare una vita, quella di una sconosciuta o la nostra.
I volti del silenzio, sono anche quelli di chi qualcosa lo fa sempre, ogni giorno, nel suo piccolo, con volontà e sacrificio. I volti delle volontarie di centri o di perfette sconosciute di tante organizzazioni che lavorano appunto nel silenzio generale ostacolate anche da chi dovrebbe darle onore e aiutarle a svolgere un compito ingrato ma che fanno col cuore.
Io ne ho conosciute tante della Associazione FRIDA Kahlo, la città delle pari opportunità di Marano di Napoli. Volontarie che ringrazio col cuore per aver condiviso con me un percorso che ci ha portato qui a scrivere un racconto triste ma necessario per non dimenticare mai e poi mai, donne che hanno creduto in un amore malato fino a morirne.
Così come Aurora di Giuseppe, editrice della Pav Edizioni, che insieme a me ha abbracciato una causa silenziosa con l'unico modo che conosciamo: la scrittura.
I volti del silenzio sono anche i nostri e i vostri volti, quelli che gridano a gran voce: “BASTA!”. 


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