Buon pomeriggio amici lettori!
Doppia recensione: "Uno per tutte, tutte per me" dell'autrice Tiziana Irosa.
A cura di Dario Zizzo e Daniela Colaiacomo.
Autore: Tiziana Irosa
Genere: Romanzo rosa
Disponibile in ebook al prezzo lancio di € 0,99
E in formato cartaceo a € 9,90
Pagina autore: Volevo quello che mi pare
TRAMA:
Gli uomini sono esseri semplici. Tra le loro priorità, tre occupano un posto speciale nel loro cervello: calcio, cibo e sesso (e non proprio in questo ordine).
Lo sa molto bene Stefano; quarantenne, divorziato con due figli, avvocato per professione e dongiovanni per passione.
Le sue giornate trascorrono tra lavoro, sfuggire a una madre che ha eletto il botulino a divinità, una vicina impicciona, e a rotolarsi da un letto a un altro. Fino a quando nella sua vita non ricompare Chiara, il suo primo amore.
Il cuore di Stefano martella come quando aveva sedici anni, per non parlare dei suoi ormoni partiti per la tangente. Sui piatti della bilancia ci sono la libertà di essere single e il suo sogno adolescenziale.
Potrà l’amore cambiare la vita di Stefano, oppure saranno le gonne delle altre ad avere la meglio?
In questo romanzo, “Uno per tutte, tutte per me”, Tiziana Irosa affida il ruolo del narratore al protagonista, l’avvocato Stefano Riva, un quarantenne che, diciamo, non vede le donne dal punto di vista teoretico, ma che anzi le vorrebbe tutte per sé; questa ingordigia e volubilità nel rapportarsi con l’altro sesso è una dote che sembra aver ereditato dalla madre, donna a cui tra l'altro manca di certo la genuinità:
Io non ho niente contro le donne adulte, ma se dovessi scegliere, di sicuro mi butterei su una della mia età o più giovane. Vuoi mettere un corpo giovane e fresco contro uno ormai sintetico? Sono convinto che se guardassi bene, sulla schiena di mia mamma troverei un’etichetta con la composizione dei tessuti: 30% botulino, 25% formaldeide, 40% silicone, 5% materiale organico. Da smaltire in centri specializzati.
Non meno interessante è il padre di Stefano, che, separatosi dalla madre, sta ora con Marta:
In quattro morsi ha già ingoiato il panino. Si alza e va alla finestra, la apre e prende qualcosa. Non
ci credo! Una birra media.
Anche quella sparisce dentro la sua pancia alla velocità della luce. Il rutto che mi fa in faccia è un
misto di spezie e luppolo.
Ci manca solo che scoreggi e poi ha fatto tutto quello che Marta non sopporta...
Ma il papà sa pure dispensare belle frasi, intrise di saggezza:
Certe donne hanno il potere di rapirti l’anima e tenerla per loro, lasciandoti vuoto.
Anche quest’opera (avevo prima recensito “Tutta colpa di un cioccolatino”) ha la freschezza di certe commedie americane; Tiziana Irosa scrive per divertire, e non è cosa da poco, soprattutto perché ci riesce, poi chiaramente inserisce anche la parte che parla al cuore (il tutto con un equilibrio degno dei migliori chef), quella più seria, come può essere l’elemento nostalgico:
In una scatola ci sono alcuni libri: “Il nome della rosa”, “Lo Hobbit”, “Dieci piccoli indiani” e tutta la collezione della regina indiscussa del giallo; li sistemo sulle mensole vuote. Con la coda dell’occhio vedo planare sul pavimento una vecchia fotografia di classe. La raccolgo: anno millenovecento novantaquattro, terza liceo.
Mi siedo sulla poltrona e fisso quella ventina di visi pieni di speranze. Alcuni di noi avevano dei capelli imbarazzanti, per non parlare dei vestiti, Barozzi Luca per primo.
Guarda Bianchi, che acne! E Pensabene Anna? Oddio, che maglione rosso vergogna! Il cuore inizia ad accelerare quando lo sguardo si posa su di lei: Chiara Costa. Gli occhi più azzurri che abbia mai visto in vita mia, lo sguardo più seducente, la ragazza più incredibile che abbia mai amato. Già,
lei è stata il mio primo amore.
Ed è proprio il nuovo incontro con la proprietaria di quegli occhi che lo farà deragliare, obbligandolo a decidere se continuare le sue avventure da libertino o mettere la testa a partito; la vicinanza con quegli occhi, con quel ricordo che s’invera nel presente, lo paralizza, in tutti i sensi, come vedrà il lettore in pagine che gli faranno passare momenti d’ ilarità.
Tornando a quelle che sono delle costanti nella produzione dell’Irosa, potremmo dire che le buone abitudini non si cambiano: anche in questo romanzo, ogni capitolo si apre con una citazione tratta da un libro o da una canzone; segnalo quella presa da Shame di Valentina Piazza:
C’era un profumo buonissimo lì dentro,
un profumo di futuro e possibilità.
Insomma i lettori di Tiziana Irosa sanno cosa aspettarsi da lei, una formula collaudata fatta di spasso intelligente.
Volete trascorrere qualche ora di leggerezza e relax con un libro in mano?
Tranquilli, Tiziana Irosa è la risposta giusta.
Ironica, appassionata, fuori dagli schemi e sempre divertente, ecco che propone questo suo ultimo libro, particolarmente interessante perché non capita spesso che un'autrice presenti in prima persona il solo punto di vista maschile riuscendo a generare empatia: uomini e donne vivono realtà e pensieri molto diversi.
Lo sa bene Fabiola, prima moglie e avvocato nelle pratiche di divorzio dalla seconda - Olivia -, del nostro protagonista assoluto: Stefano Riva.
Voi uomini avete solo il ciclo del pisello.» Le rivolgo uno sguardo interrogativo e lei ridacchia, sventolandosi di nuovo. «Certo! Il pisello! C’è la fase uno della scoperta, quella in cui pensate: toh! Guarda qui che c’è! Toccare per credere. Fase due: il pensiero fisso. Continuate a toccare nella speranza che la manipolazione lo porti a gonfiarsi sempre più e a rimanere tale. Fase tre: finalmente ne capite il vero uso e lo infilate nel posto giusto, rimanendone schiavi. Fase quattro: il chiodo fisso, che diverge dal pensiero perché è proprio una fissazione mentale, dato che il cervello ha cambiato posizione spostandosi nel cavallo dei pantaloni. Fase cinque: vorrei ma non posso. Il tempo passa e godete solo dei tramonti. Fase sei: il decesso. Ormai il vostro amico è pari a un bigattino monofunzionale. Lo ammirate ricordando i tempi che furono, sospirando. Questo è il vostro ciclo.»
Stefano ha quarantatré anni e due divorzi alle spalle, è avvocato dirigente dell’ufficio legale di una multinazionale americana con sede a Milano e per questo motivo è stato spesso in viaggio.
Ha un ottimo rapporto con la sua prima ex con dalla quale ha avuto due figli, Stella e Simone, che adora.
All'apparenza frivolo e superficiale, in realtà ha una storia piuttosto complicata alle spalle, una madre concentrata su sé stessa con la quale ha un rapporto difficile.
«Ma come sempre rovini tutto, come quando sei nato. Avevo un bel vitino da vespa, dopo la gravidanza sembrava quello di un ippopotamo.»
Se la mia autostima dovesse dipendere solo da mia madre, mi sarei già buttato da un ponte.
È cresciuto con il padre e la sua seconda moglie, Marta, che - amorevole e premurosa di carattere e senza figli propri -, gli ha permesso di stringere un rapporto sereno con Stella e Simone.
Se nella vita ha avuto tutto, o quasi, l'amore lo ha deluso: erano gli anni del liceo...
Chiara Costa. Gli occhi più azzurri che abbia mai visto in vita mia, lo sguardo più seducente, la ragazza più incredibile che abbia mai amato. Già, lei è stata il mio primo amore. Ancora adesso il cuore martella in petto solo a pensarci: il mio sogno erotico per eccellenza, colei a cui penso quando appago le mie voglie solitarie o faccio sesso con qualcuna che si rivela una delusione.
Quando incontra di nuovo l'oggetto dei suoi desideri, la sua vita prende una svolta ma... Chiara non è libera e vive in un altro paese, riallacciare il rapporto è difficile e anche doloroso.
Tiziana è come sempre brava a presentare i suoi personaggi, attorno a Stefano ruotano tante figure: i figli, la madre pluridivorziata, Fabiola - prima moglie ma, soprattutto, amica -, il padre e Marta - la figura materna di riferimento - sono parte integrante della sua vita. E poi c'è Marco, l'ex compagno di banco e migliore amico, e la signora Tullia, la vicina di casa con il suo forte accento romano dopo sessant’anni che risiede a Milano.
«Mo te ne devi anna’! Ernesto è arivato, artrimenti alla pillola blu sta a finì l’effetto.» Mi strizza l’occhio.
Ma quanto sono attivi questi ottantenni!
Scritto bene e appassionante, il libro è piacevole e leggero senza essere superficiale, una terapia antistress diretta a tutti coloro che necessitano di una pausa, lo consiglio vivamente.
In ultimo, le frasi d'autore - come per tutti i suoi libri, Tiziana è solita porre a presentazione dei capitoli citazioni di vari autori - che mi hanno maggiormente colpito.
La vita non è
una questione di come
sopravvivere alla tempesta...
ma di come danzare nella pioggia!
“Il Profeta”, Kahlil Gibran
Ormai non ho solo toccato il fondo,
l’ho anche arredato.
“La vertigine del lieto fine”
Priscilla Plate
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