sabato 4 dicembre 2021

"FAMMI ENTRARE - UNA STORIA DI GABBIE" E "APOLOGIA DI NARCISO" di Silvia Ripà

 

La Brè Edizioni pone alla nostra attenzioni due opere dell'autrice Silvia Ripà: "Fammi entrare - Una storia di gabbie" e "Apologia di Narciso".


Autore: Silvia Ripà

Genere: Narrativa - Filosofia 
- Relazioni familiari

Casa editrice: Brè Edizioni

Disponibile in ebook a € 1,99
e in formato cartaceo a € 7,00

Contatto Facebook: Silvia Ripà



TRAMA:

Questo breve, intenso, emozionante racconto è da considerarsi una perla inestimabile per il valore educativo, per le emozioni che è in grado di suscitare con una serie di metafore di sublime eleganza stilistica. Raramente una scrittrice debutta a cotanto livello. Silvia Ripà ci trascina in un Luna Park fatato, perfetta raffigurazione della vita di ognuno di noi, poche pagine in grado di scavare nell’animo umano, di mettere a nudo la nostra anima, di aiutarci a capire, a crescere, a migliorare. Dopo, nulla sarà come prima. 


BREVE ESTRATTO:

Autoscontri
Questa attrazione ricorda più una discoteca all'aperto che una giostra. Non a caso è frequentata dalle stesse persone che si possono trovare in una discoteca. Le differenze tra una persona e l'altra, qui, sono oggetto di speculazioni del tutto accademiche perché ogni ragazzo è diverso dall'altro, ma gli somiglia in modo preoccupante. Non c'è un solo giubbotto plastificato di colore uguale all'altro ma non c'è nessuno che non porti un giubbotto plastificato. Non c'è una testa rasata come un'altra, ma non c'è nessuno che non abbia la testa rasata in qualche punto. Non ci sono pantaloni simili tra loro, ma non c'è ragazza le cui forme non trabocchino da pantaloncini elastici. Tutti masticano qualcosa, tutti tengono una sigaretta tra le dita, senza fumarla; o un bicchiere di plastica semipieno, se non addirittura perennemente vuoto. Basta tenerne uno in mano.
Sofia si puntella contro una colonna metallica e osserva l'ampio spazio in cui le macchine ruotano senza sosta, si urtano, sobbalzano rumorosamente. La pista è continuamente percorsa da lampi e bagliori colorati. Il soffitto, prigioniero dietro una maglia metallica elettrificata, vorrebbe cedere sotto il peso di giganteschi altoparlanti, ventilatori, fari colorati e altri meccanismi misteriosi, ma per il momento sembra resistere.
Una macchina si ferma di fianco a lei e un giovanissimo discòfilo le fa cenno di salire. Lei sale senza parlare. In fondo, almeno un giro, le spetta. La macchina riparte e tutto intorno diventa un gran vorticare confuso di luci magnifiche. Il ritmo della musica è semplice, efficace, sembra fatto apposta per fare ondeggiare la testa. Sofia sorride. E ondeggia.



Autore: Silvia Ripà

Genere: Narrativa - Filosofia 

Casa editriceBrè Edizioni

Disponibile in ebook a € 1,99
e in formato cartaceo a € 5,70

Contatto FacebookSilvia Ripà



TRAMA:

È opinione comune che la sindrome narcisistica della personalità rappresenti una degenerazione della psyché, così come sembrerebbe suggerire lo stesso mito di Narciso che si innamora del proprio riflesso e perde la vita proprio nel drammatico tentativo di raggiungersi. Ma un narcisista è davvero solo questo e non merita l’attenzione di chi, al contrario, è in grado di amare gli altri? L’“Apologia di Narciso” è una difesa dell’autoreferenzialità e vuole mostrare l’arcobaleno di emozioni con i quali una presunta narcisista è costretta a convivere. In bilico tra psicologia e mitologia, la protagonista ripercorre il dramma dei suoi amori frammentati, tutti importanti perché ciascuno è una parte di sé. La narrazione è ridotta al minimo e l’intera trama si dispiega nello spazio di un serrato dialogo, a dimostrazione di come la maieutica socratica, divenuta celebra grazie ai dialoghi platonici, possa rappresentare un espediente narrativo più che attuale e affatto obsoleto, efficace per sfogliare l’animo umano come un libro, tanto oggi quanto ieri.


BREVE ESTRATTO:

Il paesaggio che osservo dal finestrino sembra scorrere al contrario, in un grottesco e irridente anacronismo che mi ricorda il mio tragitto per arrivare da Roma a Venezia, nemmeno trenta ore prima.
La vibrazione del telefono mi fa sobbalzare. Nella mia dimensione distratta, rispondo senza badare al destinatario: forse è lui o magari l’altro o l’altro ancora. In ogni caso improvviserò risposte senza senso, a che serve disperarsi sui dettagli quando l’intero contesto sembra un quadro di un’impressionista impazzito; o peggio, l’opera di un bambino di tre anni che agita i pennarelli su un foglio senza alcuna logica, scarabocchiando e ingarbugliando le linee. Sono stata per mesi un giocoliere nell’arte del controllo, ma adesso tutte e tre le palline sono in aria e io ho finalmente le mani libere. Ma libere per fare che cosa? Afferrare altre palline al volo? Riprendere quelle vecchie? 



Silvia Ripà nasce a Roma nel 1988 e attualmente lavora come ricercatrice a Ferrara, occupandosi di archeologia e storia antica. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e divulgative di ambito storico-archeologico, nel 2018 debutta nella narrativa con il racconto Fammi entrare, Brè Edizioni. Nella foto, Silvia Ripà è tra le colline del Prosecco a Valdobbiadene, ora Patrimonio mondiale dell’Unesco, il giorno della nascita di Brè Edizioni.


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