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La nostra rubrica "Cuore di mamma" vede come protagonista
"Un uomo in vendita" dell'autore Luciano Vecchi.
Autore: Luciano Vecchi
Genere: Narrativa
Disponibile in ebook a € 3,99
e in formato cartaceo a € 10,00
Contatto Facebook: Luciano Vecchi
Come un fulmine a ciel sereno il protagonista del romanzo, rompendo gli indugi, si propone calamitando a sé esperienze e vicissitudini che ruotano attorno alla sua persona.
In balia ad un oppressivo senso di colpa sul come si guadagna da vivere, decide di cambiare vita ma i fatti e gli eventi che lo accompagneranno nella difficile conversione, per la precarietà e la manipolazione emotiva che ne deriva, oltre al disprezzo che prova per il mondo dissoluto che frequenta, si scontreranno inevitabilmente con l’imprevedibilità della vita stessa, dando un risvolto karmico che coinvolge non solo il protagonista, ma anche colei che irrompe prepotentemente nella sua vita.
Un uomo in vendita è un romanzo che si legge tutto d’un fiato e scorre senza inciampi. Ha una sua morale che nel leggerlo non è difficile scoprire. A distanza di anni, da quando l’ho scritto, l’ho un poco maltrattato e pure rinnegato ed è proprio per questo che oggi lo celebro con una sorta di affettuosità celata dietro il mio deciso rifiuto. Come riaccogliere un figlio che si era smarrito.
Qui di seguito un breve estratto dedicato a sua madre.
Pensava a sua madre, perduta tragicamente quando aveva sette anni: ne rammentava le lunghe chiome corvine che facevano da cornice ad un viso bello e sorridente. Nei suoi pensieri ne conservava l’espressione viva, felice, gioiosa… Dario, l’amico che lo teneva in cura, asseriva che i suoi repentini sbalzi d’umore traevano spunto da ciò che nel gergo terapeutico è meglio conosciuto come “sindrome michelangiolesca”, la quale si manifesta in forma di profonda nostalgia, specie in coloro che hanno avuto un’adolescenza inquieta e che, ad un certo punto della loro esistenza, abbiano avvertito l’esigenza di esplorarne i risvolti più salienti. Michelangelo Buonarroti, ad esempio, avendo perduto la madre in tenera età, non seppe ribellarsi all’intenso richiamo d’immortalarne il volto in un ricordo perpetuo, scolpendolo magistralmente nella Madonna de “La Pietà”. Difatti, se si osserva la celebre opera, viene spontaneo chiedersi come mai Maria, con in grembo il Cristo morente, appaia assai più giovane di quanto in realtà dovrebbe essere una madre con un figlio di trentatré anni. Nella sua personalissima disamina, Dario sottolineava altresì che la drammaticità dell’evento che aveva colpito il suo assistito gli aveva procurato un grande vuoto interiore difficile da colmare e che, presto o tardi, avrebbe potuto condurlo a una totale disistima. L’unica cura a suo giudizio possibile, era racchiusa in una breve parola che detestava molto… “amore”. Ma l’amore raramente si presenta con nome e cognome… e poi, sarebbe stato lui in grado di individuarlo, di comprenderlo, accettarlo?
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