lunedì 16 maggio 2022

DOPPIA RECENSIONE "NON CHIAMARMI BIANCANEVE" di Angelica Romanin

 

Doppia recensione per "Non chiamarmi Biancaneve" dell'autrice Angelica Romanin. A cura di Andrea Macciò e Tiziana Irosa.



Autore: Angelica Romanin

Genere: Chick Lit

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 14,99

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TRAMA:

Bianca è un’agente immobiliare con un’irragionevole allergia all’amore.
Frederik è un ricco imprenditore in cerca di casa.

Lei è testarda, inquieta, disincantata. Lui è affascinante, irresistibile, deciso.
Lei non lo sopporta. Lui la trova adorabile.
Lei vuole vendergli quella maledetta villa e liberarsene il prima possibile. Lui ha deciso di sedurla.

Ma Bianca non è affatto intenzionata a cedergli. Lei ha un solo obiettivo: fargli firmare quel dannato contratto!
Anche se questo volesse dire seguirlo in piena notte in una villa infestata dai fantasmi, imbarcarsi in un’assurda caccia al tesoro e trascorrere con lui molto più tempo di quanto avrebbe voluto...  

La protagonista della nuova commedia romantica di Angelica Romanin è Bianca, una ragazza esperta in storia dell’arte che lavora in un’agenzia immobiliare e che appare completamente refrattaria all’amore.
Per ironia della sorte, Neve è proprio il suo cognome. Bianca Neve.
La nostra protagonista è allergica anche alle due colleghe, che infatti ha soprannominato Genoveffa e Cunegonda.
Un giorno, all’agenzia si presenta Frederik, ricco imprenditore che, fra le altre attività, gestisce un’azienda agricola a Rabbi nella quale si producono mele. L’uomo intende acquistare una villa che si dice essere infestata da un fantasma. Due opposti che si attraggono, visto che Bianca è molto diversa dalla donna ideale di Frederik e lei detesta gli uomini decisi e arroganti come lui. Bianca sembra cercare solo di liberarsi di quell’uomo e della villa infestata, e lui di sedurla.
Dietro la leggenda del fantasma c’è una lontana storia di amore e delitti risalente a fine Ottocento, Rebecca, la misteriosa donna del quadro e una serie di sogni lucidi nei quali sia Bianca che Frederik si trovano immersi senza inizialmente trovare una spiegazione.
E così, la ragazza si rivolge a una psicologa per comprendere se ci sia un legame tra quell’antica storia di fantasmi e le strane allucinazioni oniriche di oggi… forse la misteriosa donna del quadro ha qualcosa a che fare con l’amore fra i due protagonisti?
Non chiamarmi Biancaneve. Amore al primo morso è il quarto libro che leggo di Angelica Romanin; dopo Il Natale che non ti aspetti, Ritroviamoci alla fine del mondo e Sexy Christmas, letture nelle quali ho avuto modo di apprezzare il particolare talento dell’autrice per la commedia romantica e la cosiddetta chick lit.
I romanzi natalizi, in particolare, si distinguono per lo stile poco italiano, nel quale ritrovo la freschezza e la magia della commedia sentimentale natalizia americana, che costituisce un vero e proprio sottogenere.
Leggendo molte autrici italiane di romance si ha infatti l’impressione che cerchino di inseguire questa atmosfera senza riuscire a coglierla, quello che invece Angelica Romanin riesce a fare alla perfezione.
Questo libro non è, a dispetto del titolo, solo una rivisitazione moderna di Biancaneve, anche se ne riprende alcuni archetipi e iconografie, dalla mela alla villa incantata.
Ci sono anche personaggi di contorno, come Marika e Jacopo, legati all’attività di Frederik a Rabbi, che assumono una certa importanza nel romanzo.
Non chiamarmi Biancaneve. Amore al primo morso è anche un libro nel quale l’autrice, senza abbandonare la leggerezza e la grazia dei suoi lavori precedenti, realizza un’opera più articolata e ambiziosa rispetto alle tre commedie romantiche e natalizie.
È una storia d’amore e di mistero assolutamente coinvolgente, nella quale si alternano alla perfezione le atmosfere frivole e frizzanti della chick lit con quelle cupe e inquietanti del romanzo gotico, la contemporaneità con i flashback del passato, impreziosita da riferimenti culturali cinematografici e alla psicologia.
La trama è caratterizzata da numerosi colpi di scena e tiene incollato chi legge fino all’ultima pagina.
Bellissima anche la cover, nella quale compare in primo piano la rossa mela stregata di Biancaneve.

Dopo un po' che non scrivevo più recensioni, rieccomi con un romanzo che ha attirato la mia attenzione fin dal titolo: Non chiamarmi Biancaneve. A chi non è capitato di conoscere qualcuno con un nome e cognome stravagante? Certo che a volte i genitori sono proprio dei gran bastardi, e quelli di Bianca Neve, la protagonista di questo romanzo, non sono da meno. Hanno segnato il destino di questa povera ragazza e forse forgiato anche un po' il carattere. Protagonista, insieme a lei, è Frederick il bel ragazzone delle mele. E già, il destino ha messo davanti a Bianca Neve anche la mela. Chissà se sarà davvero avvelenata...  
Grazie alla ricerca spasmodica del bel coltivatore di una villa da adibire ad agriturismo, i due si imbatteranno nella casa stregata del paese, dove, secondo la leggenda, vi è morta una donna in circostanze misteriose. Inizia così il loro tour investigativo alla ricerca di indizi e notizie, tra mille battibecchi, fino a quando non trovano il diario della defunta, e lì iniziano i sogni e degli specie di transfer di Biancaneve. Non aggiungo altro per non spoilerare troppo, altrimenti che leggete? 
La scrittura di Angelica Romanin è fresca e scorrevole e mi sono appassionata subito alla storia di Bianca e Fred e ai loro scambi di battute. La lingua affilata di Bianca e il suo atteggiamento forse a volte troppo saccente me l'hanno resa un po' antipatica, mentre il bel ragazzone delle mele è l'uomo che tutte noi vorremmo incontrare.
La sfumatura paranormale fantasy del romanzo, a mio avviso, è stata calcata un pochino, forse mi aspettavo più una classica commedia romantica, quindi mi sono trovata un tantino spiazzata, ma devo riconoscere che crea curiosità e anche un pizzico di originalità.
Non mi resta che augurare un grande in bocca al lupo ad Angelica Romanin e buona lettura a tutti. 


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