giovedì 7 luglio 2022

"RUSHMORE - A STAND UP COMEDY ROMANCE STORY" di Elle Eloise

 

Buongiorno follower!
dell'autrice Elle Eloise.



Titolo: RushMore 

Autore: Elle Eloise

Genere: Celebrity Romance

Disponibile in ebook a € 1,99
A breve anche in formato cartaceo

Contatti autore: Facebook - Instagram



TRAMA: 

«Mi piaci. Ho tentato di negarlo in tutti i modi ma era come negare l’esistenza del buco dell’ozono. Anche se fingiamo che non ci sia, i ghiacci continuano a sciogliersi. Il livello degli oceani continua a salire. Le terre a ritirarsi. Mi sembra una cosa piuttosto inarrestabile, Big Eyes.»
«Non mi diventerà romantico, Signor Rush?»
«Ci mancherebbe, signorina Eagger.»
Trattenni un sorriso. «Cominciavo a preoccuparmi.»

NEW YORK - 2017 
La misteriosa Ophelia Eagger è fuggita da Bath, da Londra, da Rochester e infine da Hollywood, dove era l’assistente personale della star planetaria Chester Mansfield, per approdare nella Grande Mela. Il suo prossimo cliente? Darren Rush, vittima di se stesso e dei propri eccessi, famoso stand up comedian all’alba del successo del suo primo show televisivo, “RushMore”. Dagli inevitabili attriti iniziali alla profonda amicizia che rischierà più volte di incendiarsi in un’intensa passione il passo sarà breve. Tra dirette televisive, interviste indiscrete e red carpet, la giovane britannica e il comico dal cinico umorismo si troveranno al centro dei rumors della scena newyorkese, che finiranno per rivelare la vera identità dell’efficientissima Ophelia. Lei e Darren saranno disposti a gettare la maschera per essere finalmente sinceri l’una con l’altro?

Dopo gli autoconclusivi “Il fuoco che respiro”, “Cosmic Love”, “Invisible Sun”, “Close to me” e la serie “How to disappear completely” (“Cuore di inverno”, “Come una tempesta”, “Voci nel vento”, “Fino alle stelle” e “Bonus Track – Le novelle”), Elle Eloise torna con un’appassionante storia d’amore ambientata nei chiaroscuri dello showbusiness newyorkese. 


DICE L’AUTRICE:

RushMore ha avuto una gestazione a due “ondate”, per usare un termine molto caro in questi tempi di Pandemia. La prima ondata mi ha travolta nel 2020… Darren e Ophelia mi avevano accompagnata fin quasi alla prima metà del romanzo. Ma con l’insorgere della Pandemia e i vari lockdown ho messo in stand by il progetto, perché ero psicologicamente meno propensa alla risata, alla leggerezza, all’evasione. Inoltre, non ero pronta ad affrontare l’annoso ostacolo dei monologhi comici. Poi, dopo Il fuoco che respiro, romanzo dall’atmosfera tutto sommato un po’ triste e nostalgica, mi è tornata la voglia (o la necessità) di ridere, di ritrovare un po’ di spensieratezza. Chi meglio di Darren e Ophelia potevano aiutarmi in questo? Ho riaperto quel vecchio file rimasto abbandonato per troppo tempo e, dopo averlo riletto, sono rimasta folgorata dalle infinite potenzialità che una storia ambientata nel mondo dello showbusiness potesse regalarmi. E più scrivevo, più si aprivano sentieri nascosti verso sottotrame che stimolavano la mia curiosità e fantasia. Ho attinto da vari fatti di cronaca, a partire dal caso delle ginnaste americane molestate dall’ex medico della Nazionale Usa Larry Nassar, per continuare con il caso Weinstein, il produttore cinematografico incriminato per violenza sessuale da molte donne nel mondo dello spettacolo statunitense, fino al movimento del #metoo, che, al di là delle critiche sul metodo, più o meno sensate,  non si può negare il fatto di aver contribuito a portare alla luce la necessità di un restyling culturale, con un’attenzione particolare alle discriminazioni di genere nel mondo dello spettacolo e non solo. Oltre a questi spunti, mi sono ispirata ad alcuni comici che avevano la fama di essere depressi fuori dal palco. Ho pensato che la maschera di uno stand up comedian possa essere davvero logorante per l’attore che la indossa. Ho pensato al suicidio di Robin Williams, ho pensato a Woody Allen o a Jim Carrey. A David Letterman e ai suoi problemi di alcolismo. A John Belushi morto a 33 anni per un mix di cocaina ed eroina. Mi sono ispirata anche a Lenny Bruce, comico americano attivo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, morto a quarant’anni per overdose di morfina e personaggio la cui storia ha ispirato il Lenny Bruce di Marvellous Mrs Maisel, frizzante e intelligente serie tv su una donna ebrea che alla fine degli anni Cinquanta lascia il marito fedifrago per dedicarsi a una carriera da stand up comedian. 
Insomma, la storia della comicità statunitense e dei retroscena dei vari Saturday Night Live è stata sicuramente un piatto ricchissimo da cui attingere. 
Avevo bisogno di questa storia un po’ diversa, avevo bisogno di uscire dalla mia comfort zone, avevo bisogno di Darren e Ophelia per alleggerirmi senza diventare superficiale, per mostrare le luci accecanti dei riflettori e il buio delle quinte. Mi piaceva descrivere questi passaggi continui tra il buio e la luce, tra il momento goliardico, con dialoghi quasi da chick-lit, e quello in cui si affrontavano tematiche serie, come la dipendenza e gli eccessi, le molestie sessuali sui minori e la discriminazione delle donne e delle minoranze. Mi piaceva l’idea di mostrare questa “New York Babilonia” dove al successo e alla fama si chiede sempre uno scotto da pagare. 
Con questa creta di chiaroscuri mi sono ritrovata a plasmare i personaggi di Darren e Ophelia, entrambi abituati a portare (e sopportare) una maschera che hanno scelto o che si sono ritrovati a indossare loro malgrado. Due protagonisti imperfetti, contraddittori, complicati come qualunque essere umano. 




BREVI ESTRATTI:

Ti piace la comicità, Ophelia? O con questo nome sei più una da dramma Shakespeariano?»
«Non sono pratica di comicità a dire il vero, ma imparerò.»
La osservai dal basso della mia posizione, anche se in realtà era più bassa di me di almeno venticinque centimetri. Osservata da quaggiù, più che a Mary Poppins forse assomigliava a uno dei quadri di Margareth Keane, quelle inquietanti bambine con gli occhi giganteschi. Come si chiamava quel film di Tim Burton? Big Eyes.
«Non tutto si può imparare.»
«Ci posso provare, di solito mi riesce.»
C’era davvero qualcosa di terrificante in quella faccia e quelle ciglia che si allungavano verso di me come le ali di un corvo pronte a sbattermi addosso. 
«Non ho potuto non notare che non hai riso a nemmeno una delle mie battute. È perché non sei pratica di comicità o hai una paresi facciale?»
Si schiarì la gola, innervosita. «Posso essere davvero onesta?»
«Devi!»
«Decisamente, ho una paresi facciale. Mi impedisce di ridere se una cosa non mi fa ridere, soprattutto se pronunciata da un uomo che ha nelle vene più alcool che sangue. Più che divertita sono preoccupata che tu dia di stomaco in diretta nazionale, mi spiego?»
Aprii la bocca ma la richiusi, trattenendo un insulto.
«Potresti lasciarci soli un momento, Ophelia?» domandai forzando il tono sul suo nome.
«Certamente, Darren. Vi lascio ai vostri virilissimi discorsi d’affari. Io vado a ricamare di là con le altre donzelle.»
Big Eyes alzò un pollice e indicò l’uscita, allontanandosi all’indietro per un paio di passi. Poi si voltò e sparì dalla mia vista.
Indicai la porta chiusa, prima di sbraitare contro il mio manager: «Dammi la forza Sid, perché non credo di essere abbastanza ebreo per sopportare anche quella lì!»


«Mi piaci. Ho tentato di negarlo in tutti i modi ma era come negare l’esistenza del buco dell’ozono.» Trattenni una risata. «Anche se fingiamo che non ci sia, i ghiacci continuano a sciogliersi. Il livello degli oceani continua a salire. Le terre a ritirarsi. Mi sembra una cosa piuttosto inarrestabile, Big Eyes.»
«Non mi diventerà romantico, Signor Rush?»
«Ci mancherebbe, signorina Eagger.»
Sorrisi. «Cominciavo a preoccuparmi.»


«Chiedimi scusa» esordii con rabbia, alle sue spalle. La afferrai per un braccio e la feci voltare verso di me. 
«Cosa?»
«Non puoi trattarmi così.»
«Io non...»
La strattonai, perché mi lasciasse finire di parlare. 
«Ma cosa credi? Che perché sono un personaggio pubblico non sia in grado di soffrire anch’io? Credi davvero che non abbia un cuore capace di spappolarsi con un tuo solo gesto, una tua parola detta male?» sibilai, inferocito. «Sono un comico, non un cazzo di robot!»




Elle Eloise è una grande sognatrice e ama la vita tranquilla e all’aria aperta. È nata a Cuneo nel 1981 e vive in un paesino vicino a Torino con il marito e la figlia nata da pochi mesi, dove ogni sera può fare lunghe passeggiate in solitudine, sulle colline e in mezzo al bosco. Durante il giorno si occupa di sponsorizzazioni di eventi culturali per una famosa banca italiana, la sera, invece, veste i panni della scrittrice e appassionata lettrice. Ha scritto la serie “How to disappear completely”, di cui fanno parte “Cuore d’inverno”, “Come una tempesta”, “Voci nel vento”, “Fino alle stelle” e la raccolta di novelle “Bonus Track”. È l’autrice dei romanzi autoconclusivi “Close to me”, “Invisibile Sun”, “Cosmic Love”, “Il fuoco che respiro” e “RushMore” e di uno dei racconti della raccolta natalizia “Let it snow”, scritta insieme alle amiche Vera Demes e Paola Garbarino, con le quali ha fondato un gruppo Facebook chiamato “Il Club delle scrittrici e delle lettrici”. La sua pagina Facebook si chiama “Elle Eloise e le sue storie”.


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