martedì 18 aprile 2017

DOPPIA RECENSIONE "LA DAMA E IL LEOPARDO" di Emiliana De Vico


Buon pomeriggio follower! 
Doppia recensione per il libro di Emiliana De Vico, edito HarperCollins Italia 😊






Titolo: La dama e il leopardo
Autore: Emiliana De Vico

Casa editrice: HarperCollins Italia

Disponibile in ebook a € 3,99

Pagina autore: Emiliana De Vico Scrittrice  





TRAMA:

La Rocca, 1474 - Nicoletta Piccolomini Todeschini sa che le sue origini sono avvolte nel mistero, ma conosce anche le dicerie che le servette sussurravano su di lei, per questo ha sempre sognato che il destino la portasse a Napoli, alla corte di re Ferrante. Il suo padre adottivo ha invece scelto altro per lei, un marito catalano e una fortezza arroccata su un monte, lontano da tutto e da tutti. E benché il rigido insegnamento cortese l'abbia preparata a essere una figlia e una moglie consenziente, in qualunque circostanza, il futuro che ha davanti agli occhi è inaccettabile: lei non ha alcuna intenzione di diventare la signora dei falchi, tantomeno di sposare un leopardo spagnolo. L'unica soluzione potrebbe essere la fuga...



IL PARERE DI LUC CEL:

Qui ci troviamo in una situazione comune per il tempo. Una donna data in sposa al soldato che si è guadagnato le terre e il diritto di diventare il Signore del castello.
Un castello, ahimè, un po' diroccato e da ricostruire e una moglie recalcitrante che vive la disperazione dei sogni infranti da quel matrimonio.
La costruzione del rapporto tra i due procede di pari passo con la ricostruzione della dimora.
Devo dire che i due personaggi mi son piaciuti molto, anche se all'inizio la dama sembra molto viziata e poco disponibile ad accettare il suo destino, sul finale si capisce che la sua determinazione iniziale a non rinunciare al sogno della corte ha radici più profonde e ragionevoli.
Il leopardo è l'uomo dei sogni, quello che è paziente e determinato, protettivo e possessivo, un carattere ben delineato e temprato dalla vita di guerra.
Tra le righe di questo libro delle piccole pillole di erboristeria ci sorprendono con i significati delle erbe e i possibili utilizzi, questo mi è piaciuto molto perché è una materia che mi affascina.
La lettura scorre piacevole e leggera, uno stile fluido e appropriato al periodo in cui ci troviamo rende i dialoghi godibili.
Brava l'autrice a trasportarci in un'altra epoca.




IL PARERE DI SERENELLA PROCOPIO:

La stragrande maggioranza dei medievali ha ambientazioni scozzesi o inglesi. Mi ha fatto piacere leggerne uno ambiento in Italia e precisamente nel sud dove si svolge la storia dei nostri protagonisti: Nicoletta Piccolomini Tedeschini e Joan Barrat.
Nicoletta, figlia di un nobile, fin da bambina ha sognato di andare alla corte di Napoli nel ruolo di Dama di corte. Ma il suo sogno rischia di sfuggirle di mano quando è costretta a sposare un cavaliere catalano per ordine del padre ma soprattutto del re.
 Lei non ha alcuna intenzione di rinunciare a tale sogno e cerca invano di opporsi al matrimonio. Odia l'idea di lasciare il lusso del castello di suo padre per diventare la castellana di un maniero semi diroccato che si trova in un posto impervio e isolato... lei che invece sognava i fasti della corte di Napoli. Ma nulla può contro il volere del re e così si trova sposata a uno sconosciuto spagnolo che odia, che rifiuta in modo netto così come rifiuta di affezionarsi al malandato castello in cui è andata ad abitare insieme a Joan, detto il leopardo spagnolo, un uomo duro, temprato da anni di battaglie e deciso a domare la moglie ribelle. Il confronto di due forti personalità porta a una guerra sottile a cui nessuno dei due vuole cedere. I battibecchi e gli scontri verbali tra i due non si contano, più lui le dice che arriverà un giorno a chiamare il castello “casa”, più lei si ostina a negarlo. Confesso che non sono riuscita a farmi piacere la protagonista, più volte nel corso della lettura le avrei dato delle sberle per il suo atteggiamento infantile, inflessibile e ostinato, tanto da far perdere la pazienza ad un santo! Nonostante la brevità del racconto rispetto ad un normale medievale di 300 e passa pagine, la fluidità del racconto e lo stile dell'autrice lo hanno reso una piacevole lettura.
Complimenti a Emiliana De Vico.


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