martedì 18 settembre 2018

RECENSIONE "TRE PICCOLI FIORI DI VELLUTO VIOLA" di Emiliano Di Meo



Buon pomeriggio follower!
Alessia Toscano, dichiaratamente innamorata della penna di Emiliano Di Meo, fedele alla promessa di "recuperare" tutti i suoi romanzi, ha letto "Tre piccoli fiori di velluto viola" e... giudicate voi 😉






Autore: Emiliano Di Meo
Genere: Romance MM

Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 5,89

Pagina autoreIl mondo MM di Emiliano  





TRAMA:

Ci sono storie che alcuni vorrebbero impedirti di raccontare. Ti fissano portandosi l'indice davanti al naso per suggerirti di tacere.
Tacere ti permette di illuderti che alcune cose non siano successe.
Ci sono storie che alcuni non vogliono sentirsi raccontare, preferirebbero chiuderle in un cassetto e dimenticare.
Io quel cassetto ho scelto di aprirlo. 




I romanzi di Emiliano Di Meo non si possono raccontare, si devono vivere. 
Ogni volta che ne leggo uno, ho l’urgenza di scrivere le mie impressioni, per farle uscire dalla testa, perché sono tante e si intrecciano tra di loro. 
Detto questo, all’inizio ho sempre l’ansia da recensione, perché mi sembra di entrare in un qualcosa di talmente prezioso e temo che, scrivendone, io possa rovinarlo. 
Stavolta, l’autore ci narra una storia difficile, coraggiosa, soprattutto nel finale. 
Di solito si tende a tapparsi le orecchie, per una vicenda da tenere segreta, rinchiudere da qualche parte e buttare la chiave. 
Invece no, l’amore deve urlare e dire le sue ragioni. E parlo di qualsiasi tipo di amore. 
Le prime pagine di “Tre piccoli fiori di velluto viola” scorrono in maniera leggera ma, riga dopo riga, si arriva a un crescendo di emozioni pure e sentimenti contrastanti. 
Mi sono innamorata di Gennaro, uno dei protagonisti: uomo calabrese, virile in ogni senso, rude, focoso e reale. Non deve ostentare la sua forza, ce l’ha e basta. Anzi, la dimostra grazie al suo modo di essere gentile, rispettoso e accogliente. Quanto avrei voluto perdermi tra le sue braccia. Emh… Il fatto è che, i personaggi di Emiliano, non sono creati per essere stilisticamente perfetti in un mondo letterario, ma per esserlo in un eventuale incontro nella vita reale. 
E poi Danilo, ovvero Azalea, personalità complessa e multi sfaccettata che comprende entrambe le sue identità. Ma cosa dico? Non ne ha due, è una sola, ma grande. 
Gennaro, in vacanza a Roma, incontra Azalea in un giorno di una calda estate che gli regala questa città.
Per lui, la dualità del ragazzo potrebbe sembrare una trasgressione, ma sarà davvero così? Oppure sotto a un’apparenza si nasconde un mare di emozioni e sensazioni? 
L’autore ci trascina alla scoperta di alcuni anfratti di una delle città più romantiche del mondo, anche questa sua prerogativa ammiro molto. Non narra scenari fantastici, città lontane e sfavillanti, lui omaggia la nostra Italia. 
Non voglio dire altro della trama, piuttosto mi soffermerei sulla delicatezza e sul rispetto che impiega Emiliano nella sua scrittura. Lui, tra le pagine, spinge il lettore a liberare la mente per abbattere degli scomodi muri di pregiudizio e orgoglio, dettati, a volte, dalla paura e dall’ignoranza verso qualcosa che non si conosce. Anzi che, spesso, non si vuole conoscere. Si fa prima a fare finta che non esista. 
L’amore, però, non sente ragioni. È imprevedibile, fa dei giri che poi riportano sempre dove si deve essere. Ma serve il coraggio di seguirlo, con audacia e a testa alta, essendo fieri di quello che si è, indipendentemente da uomo, donna, religione, razza o età. 
Le emozioni che io provo grazie alle sue storie, sono tangibili, quasi posso toccarle, e mi piace crogiolarmi in esse per un po’, anche dopo avere terminato la lettura. Ecco perché continuerò a seguirlo. 
L’autore mostra tutto, dalle sensazioni più dolci, a quelle più dure. Spiattella la realtà, senza imbellettarla per forza. Io mi ritrovo coinvolta quasi in prima persona e divento parte della trama, vivo nei personaggi. 
Adoro anche le sue scene erotiche, perché lo sono per davvero, sembra quasi di vedere tutto… Emh… Sono avvolgenti, coinvolgenti e… tanto sensuali, senza mai usare una parola fuori posto o volgare, riesce a essere evocativo e molto passionale, ma raffinato allo stesso tempo anche in questi momenti. 
Mi stuzzica molto il modo che lui ha di giocare con i suoi personaggi, a volte in modo un tantino crudele, ma è proprio per questo che lui racconta la vita, quella vera. 
Il suo stile è, come sempre, fluido, sofisticato, elegante. C’è una scelta stilistica che sembra gli riesca naturale e non costruita. Mi piace il modo in cui si evolvono le situazioni e i sentimenti, senza lasciare nulla al caso, in modo graduale, o passionale, ma ci si arriva facendo fare un bel percorso al lettore. I particolari e i dettagli vengono trattati come se fossero una parte fondamentale, creando una vicenda a tutto tondo. 
Una storia semplice, pura quotidianità di due persone che si incontrano, si studiano, si odorano, si piacciono e poi si innamorano. Sembra già scritto? Forse, ma è tutto quello che orbita intorno a lasciare col fiato corto. Loro, talmente diversi, eppure così complementari. Nulla che metta i bastoni fra le ruote. Può sembrare banale? Assolutamente no, se il modo di raccontare è quello di Emiliano Di Meo, ribadisco che io sono follemente innamorata della sua penna, non deve smettere mai di narrare i suoi uomini e i sentimenti. 
Se due anime affini devono trovarsi, di sicuro lo faranno, e il destino li aiuterà. Seppur in maniera un po’ cattivella, stavolta. In un modo, o nell’altro, si incontreranno e si legheranno indissolubilmente. Devo dire che ne sono rimasta spiazzata. 
I finali di questo autore sono sempre particolari, lanciano il sassetto che definitivamente ti fa perdere, ma l’epilogo della storia di Danilo e Gennaro mi ha lasciato a bocca aperta per almeno dieci minuti, è stato difficile da accettare. L’ho dovuto metabolizzare. Finale dolce, ma anche un po’ amaro, sensazione indefinibile. Sicuramente l’autore è stato coraggioso. 
Il finale è chiuso, chiusissimo, ma… Ci sarà un seguito, vero? Devi scriverlo! 
Col senno di poi, sono andata a rileggere l’inizio e ho pensato che è stato abile nel disseminare degli indizi, senza però fare capire davvero dove voleva andare a parare. 
Mi rendo conto che è già la seconda volta che, leggendo un libro di Emiliano Di Meo, mi vengono istinti omicidi verso un autore! Giuro che è un complimento! 
Chissà come fa a sorprendere sempre? Forse perché è proprio lui a essere dentro tutte le sue pubblicazioni, per regalarci, ogni volta, un piccolo pezzo del suo cuore. 



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