Buon pomeriggio amici lettori!
Doppia recensione per "La melodia delle piccole cose" dell'autrice Carlotta Pugi, edito Leggereditore. A cura di Franca Poli e Alessia Toscano.
Titolo: La melodia delle piccole cose
Autore: Carlotta Pugi
Genere: Narrativa Rosa Contemporanea
Casa editrice: Leggereditore
Disponibile in ebook a € 1,99
e in formato cartaceo a € 14,45
Sito autore: Charlotte Lays
TRAMA:
Cecilia Rachel Romano, per i fan di tutto il mondo Moonlight, è una popstar dalla voce potente, il ritmo nel sangue e un carattere esplosivo. Il suo tour mondiale è alle porte e dato il successo cui è destinata, la casa discografica le impone di collaborare con Ludovico J. Alberti, un genio della musica che sembra irritato tanto dalla sua ecletticità quanto dai suoi pezzi pop. Nonostante l’esuberanza dell’una e l’apparente invulnerabilità dell’altro, i due si trovano a convivere sotto lo stesso tetto, costretti in una collaborazione che ne metterà a dura prova i nervi. Nella meravigliosa cornice di Cortina d’Ampezzo, le loro personalità entrano in collisione, emergendo per quelle che sono: un vulcano con le ali da farfalla lei, un astro che sembra inamovibile lui.
Mi piace il modo di scrivere di Carlotta Pugi. Scorrevole, pulito, accurato, frizzante, con particolare attenzione ai dettagli. Il romanzo è scritto in prima persona con il pov alternato di entrambi i protagonisti, in questo modo si può seguire il pensiero di Justice e Moonlight. I dialoghi risultano veloci e in molti casi divertenti grazie al modo di interagire dei personaggi. La personalità di questi ultimi è ben delineata e viene tratteggiata in maniera accurata, sia nella loro positività che nella negatività. Soprattutto mi è piaciuta la descrizione fisica che riguarda Fergus. Non sapevo che al mondo, e in particolare in Africa, esistessero tante persone con quella caratteristica fisica.
L'ambientazione, Cortina D'Ampezzo, è descritta molto bene, in particolare la baita dove i nostri protagonisti si rifugiano.
Questo libro è ambientato nel mondo della musica. Justice è un virtuoso del pianoforte, segnato da un'infanzia difficile dove solo suonare un strumento, in particolare il pianoforte, lo aiuta ad alleviare le sofferenze. Incontra Moonlight, una famosissima cantante pop, quando la casa discografica che li accomuna impone loro di collaborare assieme. I due non possono essere più diversi tra loro. Esuberante e irriverente, a volte anche troppo, lei, introverso all'inverosimile lui, riescono comunque a portare quasi a termine lo spettacolo. Dico quasi perché a un certo punto succede qualcosa, ovviamente non posso dirvi cosa, che li porterà a trascorrere un periodo di convivenza forzata in una famosa località turistica italiana.
Impareranno a conoscersi meglio e scopriranno che non sempre quello che uno vuole fare credere di se stesso è la realtà. Con loro ci saranno i loro assistenti tuttofare, Regina e Fergus, detto Yeti per il suo fisico imponente e non solo per quello. Ho amato questi due personaggi. Regina in particolare mi ha fatto ridere parecchio con il suo modo di fare e il linguaggio un po' colorito, ma mai volgare. L'attrazione tra loro è potente e immediata, così come lo è quella tra Justice e Moonlight.
Mi è piaciuto molto leggere questo libro. Mi ha preso parecchio, non riuscivo a staccarmi dal tablet. Volevo vedere, capitolo dopo capitolo, cosa succedeva, come si evolveva la situazione, sia professionale che personale, dei nostri protagonisti. Ho gioito con loro, mi sono commossa, ma ho anche riso alle loro battute, al linguaggio forbito e colorito delle due ragazze.
Tutti e quattro indossano una corazza per proteggersi, per non fare vedere le proprie fragilità, insicurezze, sofferenze. Così facendo, però, nascondono anche il loro lato sentimentale.
Oltre a loro, mi è piaciuta molto la famiglia della ragazza, i Romano, così come ho apprezzato la sorella e il cognato di Justice.
Finale stupendo e oltremodo romantico.
Vorrei dirvi molto di più su questo bellissimo romanzo,mma rischierei di fare spoiler, quindi il mio consiglio è quello di leggerlo. Posso solo aggiungere che al suo interno potete trovare una tribolata e sentimentale storia d'amore... o forse sono due? Ma anche la voglia e la forza di rinascere, perché quando si tocca il fondo poi non resta che risalire in superficie. Ed è quello che faranno la cantante e il pianista.
Mi è piaciuta questa frase che fa parte della canzone citata alla fine del libro:
C'è un tempo in cui devi dare il massimo
anche se dentro ti senti pessimo.
Ci sono luoghi in cui c'è solo guerra,
una voce, nasce, poi cade, è persa.
Ora non mi resta che fare i complimenti, più che meritati, a Carlotta Pugi e ringraziarla per le emozioni che mi ha trasmesso.
Ho appena finito di leggere una melodia, una musica scolpita in uno spartito che si estende dalle note basse e piene a quelle più alte e acute, da quelle dolorose e cupe a quelle emozionanti e colorate. Tra le righe del pentagramma di LA MELODIA DELLE PICCOLE COSE di Carlotta Pugi ho “ascoltato” una storia vibrante e intensa, che ha risuonato come la cassa armonica di un pianoforte all’interno del mio petto e ha toccato corde emozionali con tonalità intense e avvolgenti.
Moonlight, al secolo Cecilia Rachel Romano, è una popstar acclamata dalla voce portentosa che balla sul palco, seducente ed esplosiva. La sua casa discografica le impone di duettare, prima dell’inizio del suo tour mondiale, con Ludovico Justice Alberti, un genio della musica con l’orecchio assoluto fin da bambino. Uomo imperscrutabile e inaccessibile lui, quanto scoppiettante, ironica, sarcastica e camaleontica lei.
Pare siano destinati a essere due rette parallele che, a causa della loro diversità, non potranno mai avere un punto di contatto: sembrano addirittura irritati l’uno dall’altro e dalle loro caratteristiche caratteriali.
Per uno strano caso del destino, o meglio dell’avidità della loro casa discografica, si ritroveranno a convivere a Cortina d’Ampezzo, insieme ai loro stretti collaboratori, anzi amici. Regina segue sempre la sua Moonie, mentre Fergus è l’ombra di Justice.
Le ali di farfalla della cantante cercheranno in tutti i modi di far smuovere la compostezza del maestro, e viceversa. E la cosa fondamentale è che lo fanno inconsapevolmente, almeno all’inizio.
Due cuori che battono al ritmo martellante, poi languido, poi ancora incalzante, e di nuovo delicato di una melodia: la musica di lei, quella di lui… due risonanze diverse, due pentagrammi discordanti quelli dei loro cuori, almeno in apparenza. Sotto la corazza esterna, il cuore batte allo stesso ritmo. Spesso le apparenze ingannano, a volte gli occhi vedono quello che vogliono, perché inizialmente hanno paura di andare oltre.
Loro sono sue anime graffiate e maltrattate dalla vita e dagli eventi, non riescono a parlare la stessa lingua, ma gli sguardi non mentono… e neanche la musica, protagonista prepotente di questa storia.
I loro due amici sono spettacolari: Regina e lo yeti… emh, Fergus ci insegnano che i limiti esistono per essere superati, e ci fanno capire che dobbiamo sempre fieri di noi stessi. Non esistono le diversità: siamo tutti differenti, indipendentemente da sesso, razza e colore. Siamo unici. E io mi sono follemente innamorata dell’enorme Fergus. Spero che loro due abbiano una storia tutta per loro, prima o poi. Anche le famiglie di Moonie e Jus meritano una menzione d’onore.
L’autrice è stata brava a trattare dei temi delicati con molta sensibilità, senza rendere pesante la lettura che, al contrario, scorre molto veloce. Le descrizioni sono tutte molto accurate, infatti sembrava di conoscere i personaggi ed essere lì con loro, vivendo sulla pelle le sensazioni che provavano.
Trovo lo stile di Carlotta Pugi elegante, ricercato e raffinato, ma allo stesso tempo non si eleva in cattedra, anzi rimane semplice e ben piantato alla realtà, con le sue parole arriva dritta dove deve arrivare: al cuore.
Credo che questa storia riesca a scavare l’anima fin nel profondo, fa riflettere, ma senza mai mancare di leggerezza. I protagonisti non sono affatto banali, sono particolari, intensi e stravaganti. D’altronde lei, per lui, è un Manga dai capelli verdi che parla come se avesse mangiato un vocabolario; mentre, per Moonie, Justice è un protervo montato e anaffettivo.
In alcuni punti, la narrazione sembra quasi una poesia con toni intensi e struggenti, in altri momenti è ironica e pungente; non mancano attimi di commozione e di divertimento.
Ecco, allora, che l’unione di due note diverse, eppure così simili, può far nascere una melodia dolce e armoniosa nonostante le differenze.
Chissà se queste due note possono fondersi in una?
Il silenzio e la convivenza “forzata” danno modo a Moonie e Jus di guardarsi dentro, di fermarsi un attimo a osservare e godere proprio di quelle piccole cose che, spesso, dimentichiamo. Ci si può emozionare, stupire e meravigliare per uno sguardo che accarezza l’anima, per un sorriso che spunta dove sembrava impossibile, per la capacità di qualcuno di leggere dentro qualcun altro come fosse uno spartito…
Il punto di vista di entrambi i protagonisti, in prima persona, mi ha permesso di entrare immediatamente in empatia con loro. L’autrice non si è risparmiata sul lato introspettivo… Sono descritti in maniera accurata, tanto da farli saltare fuori dalle pagine. Ho apprezzato il fatto che Justice non sia il solito bellone, cioè, lui bello lo è davvero, ma in modo anticonvenzionale e non lo mette in mostra in maniera esasperante. E proprio questa peculiarità lo fa sembrare ancora più affascinante, bello e dannato. Neanche Moonie si uniforma alla massa, è un manga piccolino dai capelli verdi che insulta con vocaboli da enciclopedia.
I dialoghi sono ben concepiti e rispecchiano le personalità dei personaggi.
Questa è una storia di seconde possibilità e di speranza, ci dice che dobbiamo seguire le passioni, facendoci aiutare dai nostri timori e da quelli che sembrano rappresentare i nostri limiti. La forza ce l’abbiamo tutti, dobbiamo solo cercarla dentro noi stessi.
Sentimenti puri, esistenze che si fondono, anime che si intrecciano e si confondono. Attimi da vivere intensamente. Desideri primordiali che poi conducono a danze ataviche antiche quanto il mondo. Amicizia, quella con la A maiuscola che non è fatta di sole moine ma anche di schiaffi. Le fragilità, le paure, i dolori, il passato che ancora risuona dentro. Tutte note perfettamente amalgamate per formare un componimento struggente, ma luminoso e colorato come l’arcobaleno di un camaleonte.
Manga e protervo mi hanno soffiato nelle orecchie la loro melodia.
“POI CI SEI TU. POSSO RACCHIUDERTI DENTRO UNA CANZONE?”
Grazie a Carlotta Pugi per averci regalato questa poesia, una lettura toccante e intensa, fuori dagli schemi, da cui è stato difficile separarsi. Di loro ci si innamora profondamente. Mi sono divertita e mi sono emozionata e commossa.
Credo che questo libro debba davvero essere vissuto, annusato, interpretato da tutti.
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