lunedì 2 settembre 2019

RECENSIONE "MATTEO" di Niana Vinci



Buon pomeriggio amici lettori!
Monica Portiero ha letto "Matteo" dell'autrice Niana Vinci





Titolo: Matteo
Autore: Niana Vinci

Genere: Romance

Disponibile in ebook a € 0,99
e in formato cartaceo a € 14,90

Pagina autore: Niana Vinci Autrice 




TRAMA:

Sono passati sette anni da quando nostra madre è stata uccisa da un’automobilista ubriaco. Non vedo mio fratello da allora. Va bene così. Riesco persino a essergli grata di avermi tolto di torno Matteo. È il suo migliore amico, e stargli accanto mi ha sempre fatto l’effetto di una solenne sbronza. Avete presente? Quando non riesci a pensare e tutto quello che fai serve a renderti ridicola. Non avrei mai creduto di trovarmi a dividere casa con entrambi, ma sapevo di non avere scampo.

Non saprei in che altro modo descrivere Celeste se non dicendo che è una bella bambolina senza cervello. Non voglio fare lo stronzo. È che semplicemente non ho pazienza. Basta la sua sola presenza a innervosirmi. Ma so che Tommi ha un piano, e a quanto pare io ne faccio parte.



Ero attratta da questo romanzo, anche se prima di decidere di acquistarlo, l’ho visto “girare” nei vari post leggendone, via via, gli spezzoni pubblicitari.
Matteo: la regola dell’amico, romanzo di narrativa contemporanea rosa di Niana Vinci.
Autrice che non conoscevo. Mah.
Mi convinceva? Non mi convinceva?
Ho fatto un po’ come con il gioco della margherita, quello del “m’ama, non m’ama” che tutti abbiamo messo in atto almeno una volta nella vita.
E se è il solito testo erotico con personaggi stereotipati? Mi sarei annoiata?
Eppure, un giorno, dallo schermo del pc Matteo mi ha “amata”.
E clic.
Mio.

Celeste:
A me è sempre piaciuto Matteo. Ok, piaciuto non è il termine adatto. Me lo sarei mangiato a morsi. Mi faceva impazzire. Lui non se ne accorgeva nemmeno, ma mi aveva completamente in suo potere, mi bastava stare a tre metri da lui per perdere la facoltà di pensare lucidamente. Avete presente?

Fin dalle prime righe mi sono sentita trasportare al centro di un vortice dove i personaggi, molti, e le loro storie ti avvitano e ti avvolgono, in una spirale.
Nel mio monitor mentale si dipanavano scene… wow, come se fossi al cinema.
Certo, mi sono subito resa conto che non è una lettura adatta a tutti.
Ci vuole concentrazione per entrare in loro, i vari personaggi: sono poliedrici, caratterizzati e tanto sfaccettati.
L’aspetto psicologico del romanzo passa attraverso più punti di vista e, sebbene la narrazione transiti da Celeste a Matteo, gli altri protagonisti, non lo sto scrivendo a caso, sono una parte sostanziale della vicenda.
L’autrice ha uno stile compatibile con la mia mente, tanto che ci sono entrata subito in sinergia. Se lei descrive gli scambi di sguardi e di pensiero sotterranei (pongo l’accento su sotterranei) tra i suoi protagonisti, io riesco quasi fisicamente a vederli.
Di questo romanzo, dove Matteo è davvero l’elemento preminente e il collante per tenere insieme i vari elementi, la cosa che ho amato di più in assoluto è il modo particolare in cui è stato scritto.

Matteo:
Comunque, con le persone dall’atteggiamento troppo aperto mi sono sempre regolato come con le monete da pochi centesimi: più circolano meno vale la pena averle. Per questo motivo non la trovo minimamente attraente. Tanto per essere chiaro, è della sua personalità che sto parlando, non del suo corpo.
Il suo corpo è perfetto. È lei che proprio non sopporto. Diana, la sua amica, è molto più il mio tipo. È una gran bella figa, e soprattutto dà confidenza agli estranei dopo averli valutati bene e aver concesso loro la sua fiducia. Cioè: mai.

In questo romanzo è contenuto un messaggio. Se lo leggerete, lo troverete.
Non è una banale storia d’amore ed io, personalmente, ci ho davvero trovato di più.
Ora aspetto il seguito e spero di restare impigliata nella rete tessuta da Niana Vinci, perché Matteo non è solo Matteo, e se per caso avete già letto il romanzo, sapete di cosa sto parlando.
A volte, da lassù, arriva qualcosa per te: giunge attraverso un romanzo, per esempio. Per me è stato così. 


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