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Vi segnalo "La ragazza della panchina rossa" dell'autrice Simona Liubicich
Titolo: La ragazza della panchina rossa
Autore: Simona Liubicich
Genere: Romance
Disponibile in ebook al prezzo lancio di € 0,99
Pagina autore: Simona Liubicich Autrice
TRAMA:
È un tardo pomeriggio di dicembre, quando Marcus Walker,
brillante avvocato di New York — in crisi per una mancata promozione e
l’immediato abbandono da parte della sua ragazza — corre attraverso Central
Park per scaricare la tensione. Inciampando sul terreno sconnesso, cade a terra
e viene soccorso da una giovane che immediatamente lo colpisce per i suoi modi
gentili, il viso dolcissimo e la bellezza, oltre che fisica, interiore. Ma
Candy Patel è una commessa, lavora presso Macy, il più famoso mole della Grande
Mela. Non è povera, ma ha abbandonato gli studi dopo il liceo e porta con sé un
segreto che, nonostante l’attrazione provata per Marcus, si vergogna di
rivelare. Inevitabile, e contro ogni etichetta, l’amore sboccia tra i due
giovani, ma cattiverie e invidie li metteranno a dura prova, rischiando il
completo allontanamento. Riuscirà la magia del Natale a compiere un miracolo in
un mondo dove le favole non esistono più?
BIOGRAFIA:
Simona Liubicich è felicemente sposata con Francesco e ha
una figlia di sedici anni che studia al Liceo Artistico e all’Accademia di
Recitazione di Roma. Vive in Liguria.
Ha intrapreso un percorso di studi di lingue straniere e, in
seguito, Infermieristica Pediatrica e Neonatologica. Ex consulente editoriale
per la collana erotica "Senza Sfumature" di Delos, collaboratrice
rivista Pink Magazine di Cinzia Giorgio, Editor e Traduttrice
dall’inglese-francese all’italiano.
Ama i libri, dai grandi classici ai moderni, la musica anni
‘80 e la buona cucina.
DICE L’AUTRICE:
Un romanzo rosa... anzi, rosso Natale. Una storia d'amore
lieve, ma allo stesso tempo profonda e raccontata come una fiaba, una strenna
natalizia nata in un giorno di pioggia di novembre pensando a un albero
illuminato a festa.
BREVE ESTRATTO:
Era domenica pomeriggio, l’inizio di dicembre e faceva un
freddo intenso. Il cielo era plumbeo, le nubi basse: si annunciava la neve. Lui
non lo sentiva, non in quel momento: correndo, il suo metabolismo si alzava al
massimo, producendo calore e facendolo stare meglio. C’erano diversi runner che
quella mattina solcavano le carreggiate del parco e Marcus, le cuffiette nelle
orecchie, ascoltava una musica rock dura, incalzante. Era ciò che gli serviva
per mantenere la carica. Giunto in prossimità della Bethesda Fountain, decise
di rallentare l’andatura, riducendola sino a un passo veloce. Controllò
l’applicazione sull’IPhone: dodici chilometri. Molto bene, pensò intanto che
osservava il lago artificiale: “The Lake”. Alcune barche solcavano placide la
sua superficie, a bordo specialmente coppiette; un panorama romantico,
emozionante, ma non per lui in quel momento. Mentre continuava a guardare, non
notò l’avvallamento del percorso di fronte a lui e mise in fallo un piede,
prima sbandando e poi inciampando, stramazzando a terra. Imprecò coloritamente.
Alannah ne riderebbe, ne sono certo… cazzo, devo farla finita con questo
stupido compiangermi addosso, cambiare strada a costo di farmi tutte quelle che
incontro. Aveva, nonostante tutto, ancora impresso nella mente il momento in
cui lei aveva pronunciato la sentenza di morte del loro rapporto sentimentale,
come se lui non avesse contato niente, come se avesse chiuso una porta con
totale noncuranza. Gelida. Troverà sicuramente qualcun altro, un uomo diverso
da me, o forse avrà un ripensamento… Basta!, si impose mentalmente, intanto che
cercava di tirarsi su da terra, il ginocchio dolente.
«Si è fatto male?»
Marcus scosse la testa mentre sentiva una voce di donna che
gli giungeva alle orecchie (uno degli auricolari Bluetooth era caduto a terra).
Alzò lo sguardo e rimase a contemplare quella giovane di fronte a lui.
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