Buongiorno follower, buon sabato!
Vi segnalo "Ti sento ogni notte" dell'autrice Maida Bovolenta 😊
Titolo: Ti sento ogni notte
Autore: Maida Bovolenta
Genere: Romance contemporaneo
Disponibile in ebook a € 0,99
e in formato cartaceo a € 10,30
TRAMA:
Nell’atmosfera magica di Dublino, dove la musica domina e
gli antichi palazzi medioevali convivono con gli innumerevoli e coloratissimi
pub, ci sono due cuori, due anime perse, che vagano tra i ciottoli in mezzo
agli artisti di strada, trascinando un vuoto interiore, fatto di domande a cui
non riescono a dare risposta. Il loro habitat naturale è la notte, quando le
luci della città si spengono e il buio nasconde ogni imperfezione. L’inferno
dantesco della routine giornaliera diventa il loro giardino zen. E il cuore,
che nella desolazione rallenta il ritmo fino a non sentire più nulla, ritorna
finalmente a battere. Per stupore, per commozione, per gioia, fino a quando
sentire diventa la vera salvezza. È una storia d’amore? È una storia di
riscatto? È semplicemente una storia.
In vendita su Amazon in formato cartaceo a 10,30€ e in
formato Kindle a 2,99€
BIOGRAFIA:
Maida Bovolenta nasce a Mede, in provincia di Pavia, nel
1972. Sviluppa la sua passione per la scrittura negli anni successivi al nuovo
millennio dove è riuscita a conquistarsi un piccolo spazio nell'etere digitale
per divulgare e condividere i suoi pensieri e il suo modo di vedere la vita. I
suoi studi trascendono dal campo letterario, infatti nel suo ultimo libro è
presente il ruolo delle professioni sanitarie, campo in cui lei era attiva ma
che indirettamente non ha mai abbandonato.
DICE L’AUTRICE:
Dopo aver letto tanti libri, ho sentito la necessità di
scrivere, di mettermi alla prova, di chiarire e divulgare ogni sensazione ed
emozione, anche quelle non facili, quelle ingestibili. La scrittura è un
"mezzo" per lasciare andare, per raccontare e, a volte, per
raccontarsi. Così è nata la storia, in parte autobiografica, di due anime che
vagano perse nella magnifica città di Dublino. Uno degli aspetti che ho voluto
sottolineare è quello legato all'amicizia, vera e viscerale, presente anche
quando non la vedi perchè la puoi "sentire" solo attraverso l'unico
mezzo che ogni essere umano deve sapere usare bene, il suo cuore.
L'idea del testo è nata durante una chiacchierata notturna
con Gypsy, il co-protagonista del racconto. Lui lavora realmente in una radio
ed io ho realmente una laurea in scienze infermieristiche.
Molti fatti descritti sono effettivamente accaduti, anche se
romanzati.
Non sono mai stata a Dublino, a differenza di Gypsy, ma ho
scaricato anche google maps per studiarla nei minimi dettagli.
Il testo non è stato editato. Gypsy ha fatto da lettore
beta.
I capitoli sono in pov e iniziano con citazioni di scrittori
e/o poeti nati in Irlanda
BREVI ESTRATTI:
La musica era parte integrante della sua vita, era
l’adrenalina che lo spronava nei momenti di debolezza, era la serenità che lo
accompagnava fedelmente nel silenzio ed era la sua voce quando le parole gli
venivano a mancare. Le storie che sentiva lo arricchivano, lo umanizzavano, lo
fortificavano. E più riceveva, più riusciva a dare. In quei momenti da Ryan
diventava Gypsy, lo zingaro. Libero.
«Rientriamo
in diretta con un'amica che ci chiama per condividere con noi uno scorcio di
questa notte su radio Blue fm.
Benvenuta nella nostra Secret Room, con chi ho l’onore di
parlare?»
«Buonasera,
mi chiamo Helena e ho trentacinque anni.»
«Ciao
Helena, piacere di fare la tua conoscenza. Dimmi, cosa ti porta qui da me
stasera?»
«Mi sentivo sola, sono
patetica lo so. Mio marito mi ha lasciata per la sua segretaria, il solito
cliché. Io avevo dei sospetti, ma lui mi diceva sempre che ero paranoica. Ecco,
mi chiamo Helena, ho trentacinque anni, sono sola, patetica e paranoica.»
Continuarono a chiacchierare e la serata proseguì
allegramente come non le capitava da tempo. Forse stava guarendo davvero. Lo
rivide fuori dal locale, mentre stava salutando le colleghe. Si prese del tempo
per osservarlo. Alto, il fisico asciutto, due spalle così larghe a cui potersi
aggrappare, i capelli neri che il vento scompigliava come una madre fa con
quelli del figlio. Era con un altro ragazzo e due ragazze. Si chiese se una
delle due fosse la sua. Si chiese perché quel pensiero la infastidisse. Era
assurdo. Quell’uomo era odioso, maleducato… eppure non riusciva a staccare gli
occhi da quella scena, dalla sua risata, così inaspettatamente cristallina. Si
chiese perché ne voleva sapere il motivo. Poi lui si girò e i loro sguardi si
incrociarono. La risata si spense, sul viso un’espressione indecifrabile. La
stava guardando dentro. Si chiese il perché. Dopo pochi o infiniti secondi la
ragazza bionda lo chiamò. Si chiese perché non le importò di conoscere il suo
nome, le bastava la percezione della sua presenza. Lui rispose qualcosa
continuando a guardarla per poi voltarsi e andare via con gli altri. Si chiese
perché restò lì a guardarlo allontanarsi con una strana sensazione malinconica.
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