sabato 21 dicembre 2019

"TI SENTO OGNI NOTTE" di Maida Bovolenta



Buongiorno follower, buon sabato!
Vi segnalo "Ti sento ogni notte" dell'autrice Maida Bovolenta 😊






Autore: Maida Bovolenta


Genere: Romance contemporaneo

Disponibile in ebook a € 0,99
e in formato cartaceo a € 10,30





TRAMA:

Nell’atmosfera magica di Dublino, dove la musica domina e gli antichi palazzi medioevali convivono con gli innumerevoli e coloratissimi pub, ci sono due cuori, due anime perse, che vagano tra i ciottoli in mezzo agli artisti di strada, trascinando un vuoto interiore, fatto di domande a cui non riescono a dare risposta. Il loro habitat naturale è la notte, quando le luci della città si spengono e il buio nasconde ogni imperfezione. L’inferno dantesco della routine giornaliera diventa il loro giardino zen. E il cuore, che nella desolazione rallenta il ritmo fino a non sentire più nulla, ritorna finalmente a battere. Per stupore, per commozione, per gioia, fino a quando sentire diventa la vera salvezza. È una storia d’amore? È una storia di riscatto? È semplicemente una storia.
In vendita su Amazon in formato cartaceo a 10,30€ e in formato Kindle a 2,99€



BIOGRAFIA:

Maida Bovolenta nasce a Mede, in provincia di Pavia, nel 1972. Sviluppa la sua passione per la scrittura negli anni successivi al nuovo millennio dove è riuscita a conquistarsi un piccolo spazio nell'etere digitale per divulgare e condividere i suoi pensieri e il suo modo di vedere la vita. I suoi studi trascendono dal campo letterario, infatti nel suo ultimo libro è presente il ruolo delle professioni sanitarie, campo in cui lei era attiva ma che indirettamente non ha mai abbandonato.






DICE L’AUTRICE:

Dopo aver letto tanti libri, ho sentito la necessità di scrivere, di mettermi alla prova, di chiarire e divulgare ogni sensazione ed emozione, anche quelle non facili, quelle ingestibili. La scrittura è un "mezzo" per lasciare andare, per raccontare e, a volte, per raccontarsi. Così è nata la storia, in parte autobiografica, di due anime che vagano perse nella magnifica città di Dublino. Uno degli aspetti che ho voluto sottolineare è quello legato all'amicizia, vera e viscerale, presente anche quando non la vedi perchè la puoi "sentire" solo attraverso l'unico mezzo che ogni essere umano deve sapere usare bene, il suo cuore.

L'idea del testo è nata durante una chiacchierata notturna con Gypsy, il co-protagonista del racconto. Lui lavora realmente in una radio ed io ho realmente una laurea in scienze infermieristiche.
Molti fatti descritti sono effettivamente accaduti, anche se romanzati.
Non sono mai stata a Dublino, a differenza di Gypsy, ma ho scaricato anche google maps per studiarla nei minimi dettagli.
Il testo non è stato editato. Gypsy ha fatto da lettore beta.
I capitoli sono in pov e iniziano con citazioni di scrittori e/o poeti nati in Irlanda



BREVI ESTRATTI:

La musica era parte integrante della sua vita, era l’adrenalina che lo spronava nei momenti di debolezza, era la serenità che lo accompagnava fedelmente nel silenzio ed era la sua voce quando le parole gli venivano a mancare. Le storie che sentiva lo arricchivano, lo umanizzavano, lo fortificavano. E più riceveva, più riusciva a dare. In quei momenti da Ryan diventava Gypsy, lo zingaro. Libero.  
«Rientriamo in diretta con un'amica che ci chiama per condividere con noi uno scorcio di questa notte su radio Blue fm.
Benvenuta nella nostra Secret Room, con chi ho l’onore di parlare?»
«Buonasera, mi chiamo Helena e ho trentacinque anni.»             
«Ciao Helena, piacere di fare la tua conoscenza. Dimmi, cosa ti porta qui da me stasera?»           
«Mi sentivo sola, sono patetica lo so. Mio marito mi ha lasciata per la sua segretaria, il solito cliché. Io avevo dei sospetti, ma lui mi diceva sempre che ero paranoica. Ecco, mi chiamo Helena, ho trentacinque anni, sono sola, patetica e paranoica.»





Continuarono a chiacchierare e la serata proseguì allegramente come non le capitava da tempo. Forse stava guarendo davvero. Lo rivide fuori dal locale, mentre stava salutando le colleghe. Si prese del tempo per osservarlo. Alto, il fisico asciutto, due spalle così larghe a cui potersi aggrappare, i capelli neri che il vento scompigliava come una madre fa con quelli del figlio. Era con un altro ragazzo e due ragazze. Si chiese se una delle due fosse la sua. Si chiese perché quel pensiero la infastidisse. Era assurdo. Quell’uomo era odioso, maleducato… eppure non riusciva a staccare gli occhi da quella scena, dalla sua risata, così inaspettatamente cristallina. Si chiese perché ne voleva sapere il motivo. Poi lui si girò e i loro sguardi si incrociarono. La risata si spense, sul viso un’espressione indecifrabile. La stava guardando dentro. Si chiese il perché. Dopo pochi o infiniti secondi la ragazza bionda lo chiamò. Si chiese perché non le importò di conoscere il suo nome, le bastava la percezione della sua presenza. Lui rispose qualcosa continuando a guardarla per poi voltarsi e andare via con gli altri. Si chiese perché restò lì a guardarlo allontanarsi con una strana sensazione malinconica. 





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