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Vi segnalo "Io, la mia moto e... forse tu!" dell'autrice Francesca Ottaviani, primo volume autoconclusivo della serie "A Roma tutto è possibile"
Titolo: Io, la mia moto e... forse tu!
Autore: Francesca Ottaviani
Serie: A Roma tutto è possibile Vol.1
Genere: Commedia romantica
Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 9,99
Pagina autore: Betti_book
TRAMA:
Adele ed Edoardo si incontrano per la prima volta in una giornata qualunque di inizio settembre e sono subito scintille.
I due hanno più cose in comune di quel che credono, ma caratteri agli antipodi.
Adele non è il tipo da amicizie secolari e amori da film strappalacrime, anzi, da quando ha perso la madre fa di tutto per tenere le persone a distanza. Non è incline ad affezionarsi, anche se un'eccezione esiste: la sua moto, che tratta come fosse una persona, tanto da chiamarla per nome.
Edoardo è un ragazzo che reputa gli amici una seconda famiglia ed è sempre impegnato nel risolvere i problemi di cuore altrui, nonostante sia un po' impacciato nei propri. Vorrebbe essere un inguaribile seduttore, così da non dover mai più soffrire, ma proprio non è nella sua natura e, tra incomprensioni, qualche ripensamento e tante risate, cercherà di far capitolare Adele...
Le parole d'ordine di questo romanzo sono ridere dell'amore e per l'amore, farsi coinvolgere dall'amicizia e scoprirsi vulnerabili; il tutto in una Roma amata e odiata, dove i due protagonisti sono alle prese con una nonna eccentrica, un fratello ipocondriaco e un'amica senza peli sulla lingua.
Alla fine del libro è presente un'anteprima del secondo volume della serie "A Roma tutto è possibile": Abbiamo fatto lo stesso errore.
BIOGRAFIA:
Francesca Ottaviani è nata a Roma nel 1988, città che ama e odia e dove vive tutt'ora. Laureata in tecniche ortopediche e in economia e management, è appassionata di troppe cose; tra queste, la scrittura. Ha iniziato la stesura del suo primo libro nel 2018, approdando sul social Wattpad con lo pseudonimo di Betty_book.
DICE L’AUTRICE:
Ho personalmente disegnato la copertina. Alla fine del libro è presente una mia biografia un po' particolare. Di me, in realtà parla poco, è un viaggio in dodici episodi, che narra di come è nato il mio amore per la scrittura.
BREVE ESTRATTO:
Mi posiziono dinnanzi ai fuochi, sperando di non pensare al Maligno e ai miei sensi in agitazione e comincio a far sfrigolare l’olio e l’aglio, poi aggiungo il pomodoro e infine l’Emmental grattugiato. La pentola con l’acqua borbotta e sbuffa.
Mi chiedo se Edo sia così ordinato: non ho mai visto una cucina così impeccabile. L’acciaio del pianale è immacolato, né macchie, né graffi, e alla mia destra noto un poggia-mestolo in ceramica, appositamente pensato per riporre gli utensili durante le preparazioni. Con tutta probabilità è dovuto al fatto che non la usa mai, anche se effettivamente prima si muoveva con una certa maestria tra gli scaffali, come se lo facesse spesso.
Non ci sarà mica lo zampino di una donna?
Il Maligno mi passa accanto.
«Che profumino. Non hai usato peperoncino, vero?
«Ti stupirà, ma non ne hai in casa e non avevo voglia di tornare di là a prenderlo.»
«Meglio così. Sei brava ai fornelli!»
«Già!»
Oddio, perché si è fermato così vicino? Le nostre spalle si toccano e sento il suo profumo, sempre esagerato ma buono, che mi solletica il naso e la fantasia. Credo di essere arrossita.
«Ti ha insegnato tua madre?»
«No.»
Ci manca solo che gli faccia una confessione strappa lacrime su di lei. A quanto pare la perspicacia l’hanno distribuita quando il Maligno era assente, perché insiste.
«Da chi hai imparato? In realtà, anche io me la cavo, sai. È che dimentico sempre di fare la spesa. La prossima volta mi farò trovare preparato.»
Perché mi sta così attaccato mentre parla? Mi scosto per mischiare il sugo che è spento e non ne ha alcun bisogno.
«Non credo ci sarà una prossima volta. E comunque, sono un’autodidatta.»
«Tua mamma non è brava?»
Eh, ma allora non c’era neanche quando hanno distribuito il kit base di neuroni.
«È morta ed era un disastro in cucina.»
Lui si avvicina ancora di più e, senza dire nulla, mi abbraccia. Non è la prima volta che faccio questa confessione a qualcuno e nessuno aveva mai reagito così: mi ha semplicemente abbracciata. Non ha detto i soliti “mi dispiace”, “condoglianze”, “poi il dolore passa”, o altre frasi di circostanza simili.
Mi sta stringendo, mentre io tengo le braccia abbandonate lungo i fianchi. Anche se non vorrei il mio cuore batte, batte forte.
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