Doppia recensione per "Luna di primavera" dell'autrice Mariangela Camocardi.
A cura di Isabella Nanni e Manuela Ragni.
Titolo: Luna di primavera
Autore: Mariangela Camocardi
Genere: Romance storico
Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 9,99
Pagina autore: Mariangela Camocardi
TRAMA:
Quando Riziero Manfredi scopre l'infedeltà della giovane moglie, la delusione è tale da indurirgli il cuore. Era certo di aver incontrato la donna perfetta e invece la bellissima Nives non ha esitato a tradirlo con un tipo squattrinato, incurante dello scandalo. Con molta amarezza e per evitare altro disonore sul buon nome della propria famiglia, si adatta a quel matrimonio di facciata per salvare almeno le apparenze. Riziero è ormai un uomo disincantato che ha smesso di credere all'amore, ma si rende conto di essersi sbagliato il giorno in cui Isabella, la cugina di Nives destinata al convento, entra prepotentemente nella sua vita....
Con Luna di Primavera l'autrice Mariangela Camocardi ci offre un romance storico nella più ampia definizione possibile. Abituati come siamo a romance che di storico hanno poco più che la data indicata nel primo capitolo, ma con personaggi che parlano come nostri contemporanei, con la Camocardi siamo all’estremità opposta dello spettro. Il linguaggio usato è ricco, pomposo, barocco a volte, al limite della necessità di note a piè di pagina, accettabile per le parti di descrizione, ma ridondante e pesante per i dialoghi.
La vicenda è anch’essa inquadrabile nel contesto di quegli anni lontani, e i personaggi sono sicuramente specchio di una mentalità che per fortuna non ci dovrebbe più appartenere. Abbiamo Nives, una donna volitiva che si piega a un matrimonio di convenienza dopo essersi già concessa all’uomo che ama e con cui continua una relazione adulterina dopo le nozze. Riziero, il marito tradito apparentemente tutto d’un pezzo finché non gli entra in casa la cugina della moglie, Isabella, rifugiatasi in convento come reazione a una delusione d’amore e dove minaccia di tornare a ogni piè sospinto. Una situazione in cui tutti sono più o meno infelici e hanno comportamenti che ai nostri occhi moderni possono far storcere il naso e non solo (una scena in particolare non si può chiamare altro che stupro coniugale). Tutto condito da una prosa talmente aulica che nel complesso si ha l’impressione di assistere a una rappresentazione teatrale con pose da Eleonora Duse, e visto lo scarsissimo numero di personaggi e le scene sempre in interni il riferimento al teatro non è casuale.
Tutto sommato credo che sia un romance che possa soddisfare chi cerca l’aderenza assoluta al genere storico, ma non chi cerca letture più effervescenti in cui, pur senza strafalcioni di carattere storico, i dialoghi siano più lineari e scorrevoli e la storia non si presti a perplessità di carattere morale.
Riziero, imprenditore nel settore tessile, sposa la giovane e bella Nives, figlia di un noto uomo d'affari milanese molto facoltoso. La ragazza gli è stata presentata come un esempio di virtù, ma la prima notte di nozze Riziero scopre che Nives non è più vergine. Concedendole il beneficio del dubbio, le domanda se non si sia trattato di un errore di gioventù. La moglie però gli confessa di avere un amante, e che non intende interrompere la relazione. Riziero è disgustato. Per lui la morale ha un valore altissimo, ma non può lasciare la moglie perché il padre di lei lo ha aiutato in un momento di grave crisi aziendale. L'incubo diventa ancora più profondo e terribile quando Nives gli comunica di essere incinta dell'amante e chiama ad assisterla la cugina Isabella. La ragazza, quando si presenta, lascia stupito Riziero perché è l'opposto di Nives: dimessa, sobria, quasi... monacale. Eppure nel corso delle loro conversazioni Riziero scopre in Isabella lati nascosti che gli suscitano un interesse profondo. E lo stesso vale per lei, che però è impossibilitata a ricambiare il suo amore. Potranno mai i due essere felici?
Si tratta del primo romanzo della Camocardi che leggo, e lo inserirei nel filone "storico" e "seconda opportunità per essere felice". Il linguaggio è molto curato, a tratti però eccessivamente manierato. Se nelle descrizioni e nei passaggi narrativi puri ciò non suscita perplessità di sorta, nei dialoghi ho trovato che li carica di pesantezza, o di poca naturalezza. Nulla da eccepire sul retroscena storico, non vi sono incongruenze e anzi è riportata anche una parte interessante della storia di Milano: i Moti per l'aumento del prezzo del pane. Il romanzo si legge, anche se temo non sia il tipo di romanzo che fa per me. La continua insistenza sulla verginità della donna, l'alto moralismo di Riziero che però pare non applichi a se stesso, visto che non si fa remore di sedurre Isabella pur essendo sposato con Nives (e avendo affermato in precedenza che per lui la fedeltà nel matrimonio era comunque da rispettare, anche se la moglie non lo faceva), i continui attacchi passionali a Isabella, che ogni volta cede pur professando e minacciando di voler tornare in convento in ogni capitolo (è in attesa di prendere i voti perpetui), mi hanno fatto posare la lettura più di una volta. Le scene d'amore sono classiche, non volgari. Detto ciò, agli amanti del genere storico e del linguaggio forbito piacerà senz'altro.
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