lunedì 23 marzo 2020

RECENSIONE "LA REGINA DI DENARI" di Marguerite Kaye



Buongiorno follower, buon inizio settimana!
Franca Poli vi consiglia "La regina di denari" dell'autrice Marguerite Kaye, 
edito HarperCollins Italia




Autore: Marguerite Kaye

Casa editrice: HarperCollins Italia
Collana: I Grandi Romanzi Storici Seduction

Disponibile in ebook a € 4,99
e in formato cartaceo a € 6,00

Pagina autore: Marguerite Kaye - 



TRAMA:

Venezia, 1818

Tra le calli veneziane soffia aria di vendetta: il Conte Luca del Pietro è intenzionato a recuperare al tavolo da gioco il maltolto al padre. Per farlo, però, ha bisogno dell'aiuto di una giocatrice infallibile: Becky Wickes, in fuga da Londra per essere stata scoperta a barare. Durante il carnevale, travestita da regina di denari, Becky sarà la pedina fondamentale per mettere in atto la rivincita di Luca. Il freddo accordo fra il conte e la giocatrice si tramuta ben presto in una passione fatta di calde attenzioni reciproche, ma le convenzioni sociali non permettono ai due di vivere i loro sentimenti alla luce del sole. Finché un piccolo stratagemma trasforma la comune Becky Wickes nell'inattaccabile Contessa del Pietro. 



Ho ricevuto questo libro, assieme ad altri tre, direttamente dall'autrice che ringrazio. Sono tradotti in italiano e sono autografati. Tutti e quattro sono degli storici, collocati in un periodo che va dal 1810 al 1818. Io non sono una fan appassionata di romanzi storici, ma devo dire che, avendo già letto altri suoi libri, mi sono piaciuti. Un paio hanno come protagonisti aitanti scozzesi, in un altro troviamo un commerciante di vini francese, mentre in questo il personaggio principale è un giovane conte italiano, o per meglio dire veneziano. Sì perché la storia è ambientata nella Venezia del 1818 durante il periodo del carnevale. Il carnevale all'epoca era sinonimo di dissolutezza, trasgressione. Persino il gioco d'azzardo veniva tollerato in quel periodo dell'anno. 
“Con una maschera sul viso si finge di essere qualcun altro e ci si lascia andare”. 
Questo principio valeva sia per gli uomini che per le donne. In poche parole i veneziani in quel periodo facevano tutto quello che era loro proibito durante l'anno. Bisogna tenere conto che nel 1818 Venezia non era più una Rebubblica Marinara, ma apparteneva al Regno Lombardo Veneto che dipendeva dal governo Austriaco.
Il Conte Luca del Piero è deciso a vendicare l'uccisione del padre da parte dell'amico nonché socio in affari Don Sarti. La sua vendetta consiste nel recuperare, al tavolo da gioco, il denaro che il nobiluomo ha maltolto al padre. Per fare ciò, ha bisogno di una giocatrice infallibile, in pratica di un “baro”. Si rivolge così a una Procacciatrice, ovvero una signora inglese dall'identità sconosciuta, che aiuta le donne in difficoltà, procurando loro un lavoro. Si tratta in ogni caso di lavori “onesti”. In questo caso la ragazza, Becky Wickes, deve fingersi una cugina del Conte di giorno, ma di notte al tavolo da gioco si trasforma in una giocatrice invincibile. Nessuno conoscerà l'identità della “Regina di Denari” in quanto, come tutti gli altri giocatori d'azzardo, porterà una maschera.
Ben presto l'accordo tra l'aitante conte e la ragazza si tramuta in una passione sfrenata, che entrambi non riescono a contenere, anche se sanno che non potranno mai esternare i propri sentimenti, visto che per tutti sono cugini. Dovranno rinunciare all'amore e pensare solo alla vendetta, oppure ci sarà una possibilità per loro di essere felici? Al riguardo, saranno molto determinanti due personaggi: la madre e lo zio di Luca.
Queste due persone mi sono piaciute molto, in particolare la contessa madre che, pur sapendo del piano di vendetta del figlio e pur non essendo d'accordo, lo appoggia e prende sotto la sua ala protettrice la “nipote” Becky.
Anche i due giovani sono dei personaggi molto ben caratterizzati. Hanno entrambi una forte personalità, non mi è risultato difficile entrare in empatia con loro.
Molto bella e dettagliata risulta la descrizione della Venezia dei primi dell'ottocento. Le sue calle, le gondole, piazza San Marco, i palazzi affacciati sui canali, alcuni ancora magnifici, come quello dei conti del Piero, altri invece sembravano abbandonati, dopo che i nobili proprietari avevano perso tutto durante il conflitto con Napoleone prima e con gli austriaci poi. Quello però che ho apprezzato è la descrizione del carnevale, con le sue maschere, i costumi, le feste, gli artisti di strada...
In conclusione, mi sento di consigliare questo libro agli amanti degli storici, in quanto il modo di scrivere che ha Marguerite Kaye è lineare, pulito, scorrevole, con dialoghi veloci, frizzanti. Inoltre si nota che l'autrice, prima di scriverlo, ha fatto un notevole lavoro di documentazione sulla storia dell'epoca, anche se per sua ammissione non è mai stata a Venezia, ma si è avvalsa delle descrizioni fatte da Lord Byron e altri scrittori. La trama è ben delineata e risulta piacevole da leggere e mai noiosa. 


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