Buon pomeriggio amici lettori!
Nuova pubblicazione: "Il Respiro del Tempo" dell'autrice Alessia Litta,
spin-off di "Vento di Kornog".
Titolo: Il Respiro del Tempo
Autore: Alessia Litta
Spin-off di Vento di Kornog
Genere: Mistery – Romance
Disponibile in ebook al prezzo lancio di € 0,99
e in formato cartaceo a € 9,50
Pagina autore: Alessia Litta
TRAMA:
Novembre 2015.
Dopo otto mesi lontana, Delphine Bright è tornata in Bretagna. Ma non è felice. Non ha dimenticato quello che è successo la notte maledetta del suo compleanno – notte in cui si è ritrovata a perdere tutto – e non riesce a riabituarsi alla vita al maniero Laouenan.
L’occasione per allontanarsi di nuovo arriva quando il suo amico Geoffrey la invita al castello Sorzeauc nella foresta di Paimpont. Per Delphine è la soluzione perfetta. Ma non ha fatto i conti con suo padre Francis che, inaspettatamente contrario, assume a sua insaputa un uomo perché la scorti.
Eric Kerouen ha perso tutti i contatti con la famiglia Laouenan dopo i fatti di otto mesi prima, e non si aspetta certo che Francis Bright si rifaccia vivo all’improvviso con la più improbabile delle proposte: accompagnare sua figlia Delphine al castello Sorzeauc e proteggerla.
Né Delphine né Eric vorrebbero accettare una situazione del genere. Eppure non hanno scelta.
Delphine è in pericolo e una nuova minaccia sembra arrivare dal passato Laouenan.
(NOTA: non è necessaria la lettura di Vento di Kornog per seguire “Il Respiro del Tempo”, benché quest’ultimo ne sia lo spin-off e ne segua gli eventi.)
BIOGRAFIA:
Alessia Litta nasce a Roma. Nel 2006 si trasferisce in Germania e alla fine del 2008 nel sud della Francia, dove vive tuttora.
Oltre alla scrittura e alla lettura, ha la passione per la fotografia e la pittura. Le piace camminare nella natura e, se potesse, riempirebbe la propria casa di cani e gatti.
Come autrice self ha pubblicato “Vento di Kornog” nel 2015, “Il Sussurro del Lago” nel 2016, “Così come sei” nel 2018, e “Vite sospese” nel 2019.
BREVI ESTRATTI:
A quel punto Eric si diresse verso il divano, ci gettò sopra la coperta e lasciò la pistola sul tavolino, disinvolto a piedi nudi, i pantaloni del pigiama che gli fasciavano le gambe, la t-shirt che si tendeva sui muscoli della schiena.
Poi si voltò e lei si ritrovò ad arrossire con violenza. Cosa diavolo stava facendo? Perché stava notando quel genere di cose?
«Veglierò io per le prossime ore, puoi dormire tranquilla.»
Lei annuì, si infilò di corsa sotto le coperte e spense la luce.
Eric si mosse ancora per qualche secondo nella stanza, poi il silenzio divenne totale.
Al riparo nel buio allora, lei lo guardò. Nell’oscurità scrutò la sua sagoma sdraiata sul divano, le gambe stese, le braccia incrociate dietro la testa, il suo profilo rivolto verso la porta.
Ed ebbe un’assoluta e assurda certezza. Con lui le ombre non sarebbero tornate e la voce non avrebbe più sussurrato parole di paura.
Eric ricordava l’impressione che gli aveva suscitato la prima volta che l’aveva vista. Spensierata, allegra, un po’ superficiale forse, ma generosa e con un grande cuore. Diversa da ogni Laouenan che avesse mai conosciuto.
Oggi riconosceva che probabilmente la spensieratezza e la superficialità erano state solo un’armatura per nascondere dolori e tormenti. Ma gli confermava anche che c’era molto di più in lei di quanto si potesse pensare a un primo sguardo. Una fragilità che lo colpiva. Una fragilità che gli faceva venire voglia di proteggerla. E non solo dai mostri reali.
Lei afferrò il vassoio e si voltò decisa a tornare nella sala. Lui però non si spostò di mezzo centimetro, così che si ritrovò intrappolata fra le sue braccia con solo il far a separarli.
Eric allora alzò una mano e le sfiorò con gentilezza una guancia. E sorrise. Non il suo sorriso da seduttore, né quello sprezzante che poteva fare tanto male. Un sorriso pieno di tenerezza.
«Perché eri così arrabbiata nel sapere che ero al telefono con una donna?» chiese in un sussurro.
Delphine avvampò e il cuore prese a batterle tanto forte che pensò le sarebbe scoppiato in petto.
Cercò di svicolare dalla sua stretta, ma lui le impedì di passare.
«Eric…» protestò, quasi in un’implorazione.
«Scappi sempre» mormorò lui con quella voce bassa che le faceva venire i brividi.
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