sabato 6 giugno 2020

RECENSIONE "AL DI LA' DELLA NEBBIA" di Lucio Schina e Francesco Cheynet



Alessia Toscano ha letto per noi "Al di là della nebbia" di Lucio Schina e Francesco Cheynet, edito Collana Segreti In Giallo



Autori: Lucio Schina e Francesco Cheynet
Genere: Dark noir

Casa editrice: Collana Segreti In Giallo

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 11,00

Contatti facebook: - Lucio Schina



TRAMA:

La terrificante esperienza del giovane avvocato Edward Jenkins ha inizio in una fredda e nebbiosa sera di novembre del 1885, sulla banchina della stazione ferroviaria di Skegness. Nella tasca interna del cappotto conserva una misteriosa lettera ricevuta qualche giorno prima, in cui gli viene prospettata la possibilità di chiudere il più importante affare della sua vita. Sono troppi però gli interrogativi ai quali l’avvocato deve dare una risposta: perché l’autore non ha firmato la lettera? Dove si trova Fault City, la sconosciuta cittadina nella quale viene invitato a trascorrere il fine settimana? E chi sono gli unici altri due passeggeri che incontrerà sul treno?
Nella cupa atmosfera autunnale dell’Inghilterra Vittoriana, un treno notturno sarà teatro di una serie di eventi apparentemente inspiegabili, dove lo stesso filo sottile che divide il razionale dal fantastico unirà il destino di tre individui, accomunati dal desiderio di ricchezza e da un terribile segreto nascosto nei meandri delle loro coscienze.
Un romanzo fantasy noir che esplora i lati più oscuri dell’animo umano, in cui ognuno sarà vittima delle proprie debolezze, in un crescendo di situazioni che costringeranno i protagonisti a prendere consapevolezza della propria natura ambigua.




Era una notte buia e tempestosa…
Ah no, scusate, mi sono lasciata trasportare. Però l’atmosfera calza a pennello. Ho iniziato la lettura di “Al di là della nebbia” di Lucio Schina e Francesco Cheynet, della Collana Segreti in giallo, e subito mi sono ritrovata catapultata sulla banchina ferroviaria di Skegness in una sera fredda e nebbiosa del novembre del 1885 della suggestiva Inghilterra vittoriana.
Tre misteriose lettere di incarico ricevute da tre personaggi, accomunati dal desiderio di ricchezza e potere; ognuno di loro conserva nella propria coscienza un terribile segreto, che però è riuscito a nascondere persino a sé stesso. Un unico treno notturno per raggiungere la destinazione. Un solo viaggio. Una stessa possibilità prospettata per tutti. Una destinazione: Fault City… Ma dove si trova? Nessuno ha mai sentito parlare di questo luogo in cui i tre sono stati invitati a trascorrere il fine settimana in vista del lauto guadagno che avrebbero ottenuto.
I protagonisti sono ben concepiti e caratterizzati, i tasselli vengono fuori mano mano che si procede durante il viaggio, in un crescendo di suspense e mistero. Ritmo battente che segue le note di un noir che esplora i cunicoli oscuri dell’animo umano in cui si rischia di perdersi. Proprio come succede a Cooper, Jenkins e Cullan, che si vedono costretti, loro malgrado e inconsapevolmente, a guardarsi dentro.
Un giallo avvincente e particolare, con qualche punta di fantasy e pennellate gotiche, dove nulla è come sembra, non riuscivo a fare alcuna congettura. Leggevo cercando di dipanare la matassa. Credevo di esserci quasi riuscita, ma poi era solo un’illusione. In realtà la risposta poteva essere sotto al mio naso e a quello dei protagonisti, ma proprio per questo motivo era ben nascosta.
Un’atmosfera particolare, incantata e sospesa, a volte un po’ onirica, accompagnata da un linguaggio e uno stile che ben si adattano all’epoca in cui si svolge la vicenda, ma anche al suo tenore, intensità e contenuto.
Giallo e terrore si intrecciano, in una ricostruzione intima e psicologica dei fatti e dei tre personaggi.
Oltre alla trama, è la narrazione con un sapore particolare ad avermi intrigato, tenendomi incollata alle pagine. Tutt’altro che semplice, anzi davvero elaborata ma affascinante, riesce a far entrare il lettore in empatia, più che con i personaggi, con tutto il resto. Sensazione particolarissima e molto piacevole. Scrittura scorrevole, proveniente da epoche antiche, come i giallisti che tanto amiamo, tipo la grande Agatha.
Ho respirato la stessa aria densa di paura che respiravano i tre uomini, vivendo il viaggio surreale su un treno misterioso.
Un ritmo spedito e veloce, pieno di informazioni e dettagli che si aggrappano alle righe nel momento giusto, senza essere troppo invadenti.
Ho vissuto delle emozioni, grazie alle divagazioni intime e intimiste dei tre uomini, che mi hanno fatto pensare e riflettere.
Non sono riuscita a sentire lo stacco tra la scrittura di uno o dell’altro autore, si sono fusi molto bene.
Epilogo affatto scontato che mi ha fatto rimanere a bocca aperta. È stato come sentire un profondo “Tadadadan”.
Complimenti a Lucio Schina e Francesco Cheynet per questa storia irreale e suggestiva, ma i cui risvolti psicologici e morali non sono poi così distanti dalla realtà.


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