martedì 15 giugno 2021

RECENSIONE "IL CARISMA DEL DUCA" di Jess Michaels

 

Recensione: "Il carisma del duca (The daring duke)" dell'autrice Jess Michaels. Traduzione di Isabella Nanni. A cura di Monica Portiero.


Autore: Jess Michaels
Serie: Il Club del 1797 Vol.1
Genere: Romance storico

Casa editrice: The Passionate Pen LLC
Traduttore: Isabella Nanni

Disponibile in ebook a € 3,99
E in formato cartaceo a € 14,55

Pagina autoreJess Michaels


Inghilterra, 1810. Il carismatico e impetuoso Duca di Abernathe, James Rylon, è il tipo di amico che chiunque vorrebbe avere. Ha persino fondato il Club del 1797, composto da dieci uomini tutti destinati a diventare duchi. Ma ha dichiarato apertamente che non si sposerà mai e nessuno capisce perché.
Ma alla signorina Emma Liston non importa sapere perché. Zitella da troppo tempo, con un padre assente che può far scoppiare uno scandalo da un momento all’altro, ha bisogno di sposarsi. Adesso. Decide quindi di correre un rischio folle e di chiedere aiuto al fratello della sua amica Meg, James. Gli chiede di fingere di essere interessato a lei quel tanto che basta per attirare l’attenzione di altri gentiluomini. James accetta, ma si accorge con sua grande sorpresa che fingere di corteggiare Emma gli risulta molto facile...
Quando il padre di Emma ritorna, minacciando di condannarla a un futuro terribile, il loro corteggiamento diventa ben presto fin troppo reale. James rivelerà mai la vera natura dell’uomo che nasconde sotto la sua corazza esterna? Ed Emma riuscirà a scoprire il proprio valore prima che sia troppo tardi? 

Primavera 1797
James Rylon si irrigidì quando vide suo padre attraversare a grandi falcate il prato della Braxton Academy venendo verso di lui e i suoi due migliori amici. Cominciò a battergli forte il cuore, si sentì sbiancare in volto. Le visite mensili del Duca di Abernathe erano qualcosa per cui provava un immenso terrore.
«Sembra sempre così arrabbiato» mormorò Graham, il migliore amico di James.
James deglutì, sforzandosi di mantenere un’espressione che non facesse trapelare la sua paura. A quattordici anni, non gli piaceva mostrare quel tipo di debolezza, nemmeno ai suoi migliori amici. «È sempre arrabbiato» sussurrò.

Alcune volte bastano poche righe. Davvero poche. E l’attenzione di un lettore “bam” è presa.
È questo il caso in cui un inizio di tutto rispetto, rende il romanzo storico-romantico “Il carisma del duca” di Jess Michaels uno dei miei preferiti del genere.
Lo avevo già letto nella sua versione precedente, qualche anno fa. L’autrice mi era piaciuta allora e mi è piaciuta adesso: la versione recente è tradotta in modo impeccabile da una bravissima Isabella Nanni.

Emma si tenne la mano libera stretta al fianco e cercò di ignorare il fatto che l’altra stringeva il bicipite del Duca di Abernathe. Il bicipite molto muscoloso del Duca di Abernathe. E aveva anche un buon profumo, accidenti a lui. Profumava di chiodi di garofano e cuoio. Era assolutamente ingiusto.

La storia d’amore di James ed Emma non comincia nei modi classici per l’epoca.
James è un Duca contrario a sposarsi, ha un bell’aspetto ma un pessimo carattere, e disprezza suo padre.
L’odio per quest’ultimo, ben giustificato, gli ha fatto prendere una decisione irrevocabile, quanto azzardata, che in qualche modo sabota la sua stessa esistenza.
Emma Liston, dolce e delicata, è soggetta alle regole della famiglia, del padre e del fratello maggiore: dovrà sposarsi e tenere alto il nome della propria casata.
Ma anche Emma sotto sotto ha il suo carattere, i suoi sogni, e soprattutto vuole un marito di suo gusto. Un punto su cui non è disposta a cedere.
Forse James ed Emma, dopotutto, hanno un obiettivo comune.
E forse potrebbero combattere le proprie “battaglie” da alleati?
Così il carismatico James, migliore amico di suo fratello, fa finta di corteggiarla, per darle l’opportunità di scegliere uno sposo adeguato. Ed Emma, a propria volta, finge di lasciarsi corteggiare, allontanando da lui le assillanti pretendenti femminili.
Certo, ovviamente, non sempre le cose vanno come previsto…

Emma deglutì e rispose con voce roca: «La nostra conversazione di oggi non è stata esattamente positiva. Mi stai facendo un favore con il tuo patto e io ti ho ricambiato respingendo il tuo interesse e comportandomi da maleducata. Perché vorresti tenermi qui? Non hai bisogno di me.»
In quel momento James non voleva altro che annullare la distanza tra loro e prenderla tra le braccia.

La caratterizzazione dei personaggi, lo stile leggero ma intenso, come potete arguire dalle parti estrapolate dal testo, è la forza trainante dell’autrice.
Da lettore, penso sia questo stile a fare la differenza: la trama può non essere originale ma lo stile la renderà diversa.
Anche la traduzione è una parte importante nella presentazione di un’autrice e del frutto del suo lavoro, per cui sono stata contenta di potermi immergere nella lettura senza incepparmi, come ultimamente mi accade spesso, a causa di errori dovuti alla scarsa qualità di quest’ultima.
La componente psicologica del romanzo è forte: le ferite che riceviamo da bambini le portiamo dietro tutta la vita. Di solito a causarle è la famiglia (e caspita se la descrizione del padre di James mi ha fatto ribollire il sangue dalla rabbia!), benché fosse coerente con l’epoca in cui si muovevano i personaggi.
I matrimoni erano senz’amore, frutto di mere transazioni politiche o economiche: le donne trattate come mezzo di scambio e con esse i loro figli. Esposte come fossero animali da riproduzione.
E allora come si poteva conoscere l'amore se non si era mai stati amati? 


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