Recensione: "La mano" dell'autore Georges Simenon,
edito Adelphi Edizioni. A cura di S.I.
Autore: Georges Simenon
Genere: Narrativa contemporanea
Casa editrice: Adelphi Edizioni
Disponibile in ebook a € 9,99
e in formato cartaceo a € 17,10
Se Donald Dodd ha sposato Isabel anziché, come il suo amico Ray, una di quelle donne che fanno «pensare a un letto», se vive a Brentwood, Connecticut, anziché a New York, è perché ha sempre voluto che le cose, attorno a lui, «fossero solide, ordinate». Isabel è dolce, serena, indulgente, e in diciassette anni non gli ha mai rivolto un rimprovero. Eppure basta uno sguardo a fargli capire che lei intuisce, e non di rado disapprova, le sue azioni – perfino i suoi pensieri. Forse Isabel intuisce anche che gli capita di desiderarle, le donne di quel genere, «al punto da stringere i pugni per la rabbia». E quando, una notte che è ospite da loro, Ray scompare durante una terribile bufera di neve e Donald, che è andato a cercarlo, torna annunciando a lei e a Mona, la moglie dell'amico, di non essere riuscito a trovarlo, le ci vuole poco a intuire che mente, e a scoprire, poi, che in realtà è rimasto tutto il tempo nel fienile, a fumare una sigaretta dopo l'altra: perché era sbronzo, perché è vile – e perché cova un odio purissimo per quelli che al pari di Ray hanno avuto dalla vita ciò che a lui è stato negato. Isabel non dirà niente neanche quando Ray verrà trovato cadavere: si limiterà, ancora una volta, a rivolgere al marito uno di quei suoi sguardi acuminati e pieni di indulgenza. Né gli impedirà, pur non ignorando quanto sia attratto da Mona, di occuparsi, in veste di avvocato, della successione di Ray, e di far visita alla vedova più spesso del necessario. Ma Donald comincerà a non sopportare più quello sguardo che, giorno dopo giorno, lo spia, lo giudica – e quasi lo sbeffeggia.
Premetto che non sono esperta del genere, nella mia vita ho letto poco i gialli e a Simenon non mi ero mai approcciata. Ho scelto questo libro per via delle numerose recensioni che lo definiscono agghiacciante.
Adesso che l'ho finito mi viene da dire che è un bellissimo romanzo, che cattura l'attenzione dalle prime righe con una narrazione pulita, che procede spedita, intervallata da pochissime descrizioni e scene d'amore eleganti.
Tutta l'attenzione si concentra sul protagonista, amico di Ray deceduto in un incidente nella neve. Avrebbe potuto andare a cercarlo e, probabilmente, trarlo in salvo. Invece rimane su una panchina a ricordare tutte le invidie che ha nutrito nei suoi confronti e lo lascia morire.
Le due donne che lo attendono, la moglie Isabel e la vedova di Ray, non gli fanno una colpa di quel comportamento e la vedova (della quale ha notato la bellezza di una mano, quella che dà il titolo al libro) finisce per diventare la sua amante.
Non si tratta, tuttavia, del racconto di un triangolo amoroso e nemmeno di un vero e proprio giallo. Non ci si concentra a scoprire la vera dinamica della morte di Ray ma solo cosa è accaduto nell'animo dell'amico che non l'ha soccorso.
Un uomo meschino, rancoroso, il quale deve ancora toccare il fondo della sua perfidia e forse follia.
Ripeto che è un ottimo romanzo da consigliare a chiunque, ma di agghiacciante non ci ho trovato niente.
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