Recensione: "My Teddy Valentine" di Ashley Andrews, edito Òphiere -
I gioielli di Mamma Editori. A cura di Daniela Colaiacomo.
Titolo: My Teddy Valentine
Autore: Ashley Andrews
Genere: Romance
Casa editrice: Òphiere - I gioielli di Mamma Editori
Disponibile in ebook a € 0,99
E in formato cartaceo a € 8,80
Contatti autore: I libri di Ashley Andrews
TRAMA:
Nulla è intimo come amarsi a febbraio, quando il fuoco divampa sotto la pioggia.
La diciassettenne Paige Bankhead ha il cuore selvaggio e antico, accordato con il palpitare della natura e con la vita segreta degli oggetti di casa ma, per non essere d’ostacolo alla felicità dei fratelli, rinuncia alla propria e scende a valle con la non esaltante prospettiva di riempire pinte al saloon, per l’intero mese dei pacchetti viaggio in offerta per San Valentino.
Adattarsi alla civiltà è davvero difficile, tanto più in una Buffalo dove, per sfuggire a una donna e all’acquazzone, Russell Mahoney ti piomba mezzo nudo davanti alla finestra con la pretesa di farsi aprire, per ripararsi.
Il brutale cacciatore di orsi, non a caso detto “Honey”, zuccherino, è minaccioso, gigantesco, circondato di donne e afflitto da una speciale “suscettibilità” fisica che riduce le ragazze al rango di semplici pezzi di carne.
Paige non vuole essere l’ennesima tacca sul fucile, tanto quanto Russell Mahoney è deciso a non compromettersi con una minorenne.
Paige sembra destinata perciò a non doversi schiudere mai al caldo e forte abbraccio di Russell, stranamente determinato a proteggerla e a riempirla di attenzioni che vorrebbero essere solo paterne.
Ma proprio quando le gocce di pioggia minacceranno di trasformarsi in lacrime, si confermerà che a Buffalo, ai piedi delle Bighorn Mountains, è davvero il mese di San Valentino. MY TEDDY VALENTINE - Ashley Andrews - Òphiere (marchio editoriale di Mamma editori)
Ogni personaggio di Ashley Andrews è diverso, peculiare, lo so perché ho letto tutti i suoi libri, e in quest'ultimo, in particolare, è l'ambientazione della storia, oltre che i personaggi che ne fanno parte, ad essere originale e interessante: le Bighorn Mountains - una catena montuosa nel nord del Wyoming e nel sud del Montana -, sono la tela di fondo in un west atipico.
Ironico e divertente, il libro è caratterizzato da epiteti sui generis che definiscono la protagonista - una montanara diciassettenne rustica e ombrosa, molto coraggiosa e dal cuore tenero -, ogni sua esclamazione ne identifica perfettamente lo stato d'animo. Non ho idea di come all'autrice possano essere venute in mente espressioni tipo pokkenhoere - tradotto dall'olandese, lingua originaria della famiglia materna, puttane del vaiolo - o le parole che vengono aggettivate da colera e quelle abbinate a vaiolo, o l'associazione del burrito a particolari momenti, tant'è che spesso mi sono sbellicata dalle risate, di certo ho sorriso per quasi la totalità del tempo, almeno fino agli ultimi capitoli in cui il tono della storia cambia.
Paige Bankhead deve lasciare il guscio sicuro tra le adorate montagne - la fattoria che da generazioni dà lavoro e rifugio alla famiglia -, e scendere in città, a Buffalo, affinché i fratelli - Lee, Todd e Jared, tutti più grandi di lei e molto protettivi, fanno di tutto per trattenerla - possano dividere la casa in cui ha sempre vissuto e sposarsi.
Riempii la sacca e cominciai a preparare me stessa con la carezza della spazzola sulla pelle, dalla fronte giù giù fino a districare i capelli sulle spalle. Poi dovetti fermarmi a corto di fiato.
In cerca di forza, per soffocare l’angoscia.
In città non conoscevo nessuno.
Come avrei fatto senza Lee, Todd e senza Jared, senza i lavoranti e poi senza i ragazzi e le ragazze di Greybull con cui ero andata a scuola? Tutto sparito e senza un quarto di dollaro per le prime spese. Incrociai le dita.
Magari all’ultimo Lee avrebbe cambiato idea e mi avrebbe allungato un po’ di denaro.
A volte mi prendeva un’emozione quasi selvaggia, antica, di essere come il vento, legata per sempre ai canyon ma, in quel momento, nel mio fardello, avevo solamente temporali e tempeste.
A parte stivali e mezzi guanti, indossavo solo il perizoma e una canottiera lunga e slabbrata ma, come sempre, quando mi fumava il cuore, uscii nella neve mezza nuda com’ero.
In quel momento, dall’angolo della casa, sbuca un cavallo sovrastato da una montagna di pelo marrone che l'agguanta.
Questo primo incontro burrascoso avrà un imprevedibile seguito perché Montagna-di-pelo abita in un appartamento del Grand Hotel West, il locale dove Paige è stata assunta in qualità di barista del saloon.
Russell Mahoney, detto Honey - quotato ingegnere minerario di trent'anni, ha lasciato un lavoro ben retribuito in città e ora è agente del Fish and Wildlife Service -, è un cacciatore di orsi e puma per gli allevatori depredati; il primo incontro con Paige rimane impresso nella sua mente.
Qualcosa della mia vecchia vita civilizzata mi diceva che non era normale vagare a culo nudo nella neve. Un culo di quelli che non si scordano, peraltro.
Mi aveva distratto al punto da farmi dimenticare la sovrana legge delle montagne. “Fatti i cazzi tuoi, a meno che non ti chiedano aiuto”.
Beh, la afferro da dietro e lei si gira: occhi blu come il cielo di primavera, pelle come petali di rosa.
Un cacciatore di grizzly che incontra una donna nuda nella neve, con quegli occhi e con quella pelle, oltre al resto, pensa a un dono cosmico e ci si butta.
Beh, entrato al saloon, nel trovarmi davanti la giovane Bankhead, la sensazione di pericolo era aumentata di ora in ora. Perché lei non solo allungava lo sguardo, ma sembrava del tutto inconsapevole dell’effetto che aveva sugli uomini.
Aveva un’espressione incazzata tale e quale a quella del mattino e un ardore contagioso. Non sembrava nemmeno sospettare di essere così bella, né quanto il suo candore, unito al temperamento forte, la rendesse irresistibile. Possibile che avesse così poca esperienza?
Paige ha solo diciassette anni, ha difficoltà ad adattarsi, la nostalgia di casa è forte.
Pioggia, bah... Osservai le luci gialle riempirsi di gocce sempre più fitte e mi strinsi nelle braccia al ricordo della mia camera, della fattoria, e di come, in quell’ora prima dell’alba del giorno precedente, la distesa innevata sembrasse cosparsa di polvere di stelle.
Come è forte l'attrazione che prova per Montagna-di-pelo, Teddy Bear, circostanze impreviste, la rendono sempre più evidente.
Combattuta se nascondermi o svenire direttamente, cercai di non guardarlo mentre si asciugava, ma non era facile.
Il torace era più ben messo perfino di quello di Lee: tutto muscoli, la pelle madida era brillante come il pelo di un cavallo sudato. I jeans gli scendevano sui fianchi lasciando filtrare l’incavo oscuro dove il ventre si inabissava. Mi imposi di reagire.
Non ci riuscii né concentrandomi sul fatto che quel tizio fosse meravigliosamente mezzo nudo, seducente, bellissimo e protettivo e neppure ripetendomi che era di sicuro un bastardo, pericoloso e orribile, in verità. Qualunque cosa mi sforzassi di pensare di mister Montagna-di-pelo, l’inquietudine non passava, così decisi che non ci avrei pensato affatto.
Di contro Russel è combattuto, troppa è la distanza di età, il divario di esperienza tra lui e Paige, Winnie the Pooh.
Avevo dovuto mettermi a preparare il caffè per nascondere la faccia. Non ero riuscito a restare serio. Il suo perizoma di città si addentrava in un culo addirittura internazionale e aveva già fatto danni gravi ai piani bassi. Diciassette anni, mio Dio.
Paige non riesce a gestire l'effetto che la sua ignara avvenenza e i suoi modi schietti hanno su chi le sta attorno, la giovane età e l'inesperienza, oltre alla sua naturale ritrosia, la espongono a situazioni per lei spiacevoli.
Maiale d’un colera, finiva sempre che mi ridevano in faccia.
Ma non si può negare la realtà e Russel, pur consapevole del divario che lo separa dalla giovane, cede all'inevitabile, conquistato dalla vicinanza emotiva che percepisce tra loro.
Si schiarì la voce, ma gli uscì ugualmente roca, - e devi sapere ancora che non sei una bambina, non lo penso, - chinò la faccia osservandosi la chiave tra le dita, - forse lo sei, una bambina, rispetto a me, ma sei anche antica per certi versi, come le nostre montagne,» bisbigliò.
E rivela il suo... problema, un difetto fisico che condiziona i loro incontri.
Ma proprio nel momento in cui Russel e Paige cercano di chiarire i sentimenti che provano, uno scontro con tre giovani di città in cerca di divertimenti cambia il corso degli eventi.
Non voglio soffermarmi sulla trama, sui battibecchi dei due protagonisti, lo sconcerto di fronte alla forte attrazione che provano e che combattono, ma voglio porre l'accento alla scrittura di Ashley Andrews, abile manipolatrice di parole, che con il suo ricco lessico, ricercato ma assolutamente accessibile, crea immagini e personaggi meravigliosi.
È così che, raccontando la sua storia in prima persona, con l'alternarsi dei suoi protagonisti, l'autrice fa emergere figure di contorno interessanti: Tim Goosey Porter, un frequentatore del saloon dell'albergo, Garnet Bolton, proprietario del Grand Hotel West e sua moglie Milly che si occupa delle cucine, Harper Taylor, la concierge, Darren, il fattorino, tutti mostrano il loro lato umano e l'affetto che provano per la piccola e coraggiosa Paige.
Quello che mi ha più colpita, però, è La cura, consigliandovi la lettura di questo bel libro, lascio a voi scoprire cosa sia.
Che bella!.... Grazie Daniela!
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