giovedì 12 agosto 2021

RECENSIONE "BACI, LIBRI E QUALCHE CADAVERE" di Maria Letizia Musu

 

Buongiorno follower!
In uscita oggi il nuovo romanzo dell'autrice Maria Letizia Musu: "Baci, libri e qualche cadavere". S.I. lo ha letto in anteprima per noi. 





Autore: Maria Letizia Musu

Genere: Umoristico/Rosa/Thriller

Disponibile in ebook al prezzo lancio di € 1,50
A breve anche in formato cartaceo

Pagina autore: Maria Letizia Musu



TRAMA:

Alessandra ha deciso di lasciare Leonardo, il rapporto è entrato in un fase di stanca e lei crede sia arrivato il momento di prendersi una pausa. Mentre fa una ricerca su Google con lo scopo di trovare le frasi giuste per spezzargli il cuore, legge per caso nella pagina dei morti che è passato a miglior vita Pierugo Casti, il vecchio librario di Ossilo, paese dove lei ha trascorso molte estati della sua fanciullezza.  

Decide così, di punto in bianco, di partire per quel paesino di mille anime e le ragioni sono quattro. La prima è la convinzione che il vecchio librario sia morto da tempo e che dunque la datazione della sua morte sia decisamente antecedente; la seconda è perché vuole rincontrare Luca,  il suo primo amore, ‘quello bello e selvaggio, dal sorriso irresistibile e l’aria da pirata dei sette mari’; la terza è perché un’inaspettata telefonata la informa di esser stata nominata nel testamento dell’uomo; la quarta è perché, così, ha una scusa per stare lontana da Leo senza far ricorso a Google.
Ma Ossilo non è più il paesino silente che ricorda e ben presto la sua vita verrà stravolta da uomini misteriosi, omicidi e pallottole volanti.
‘Baci, libri e qualche cadavere’ è una commedia romantica, dove nessuno è come sembra e tutti sono sospettati. Anche lei.


DICE L’AUTRICE:

Inizialmente il protagonista doveva essere un uomo, è non la prima volta che mi accade di dover trasformare tutto quando sono già a buon punto.


BREVE ESTRATTO:

Proprio accanto alla bottega, viveva una signora vedova, senza figli, che trascorreva le sue giornate seduta su una seggiolina, proprio fuori dalla sua abitazione…
«E tu chi sei?» mi chiede la signora, seduta proprio nello stesso punto.
È solo invecchiata, ma non c’è alcun dubbio sia lei ed è armata di un nodoso bastone. Ha il tipico sguardo inquisitore di chi nota l’arrivo di una straniera e vuole conoscere nei minimi dettagli il suo albero genealogico. Perché nei piccoli paesi ci si conosce tutti e una faccia nuova è vista come sospetta. Poi, magari, sono capaci di invitarti a pranzo e a cena per una settimana, ma prima devi sottostare a un interrogatorio.
«Allora, chi sei?» incalza la vecchietta, brandendo il bastone.
Potrei dirle che non sono una straniera e che ho trascorso molte estati della mia infanzia qui, ma preferisco nominare qualcuno che la signora possa ricordare.
«Sono figlia di… zio Mario» rispondo e l’assurdità di essere figlia di mio zio, dipende dal fatto che mio padre era conosciuto da tutti come “zio Mario”.
Due minuscoli occhietti continuano a osservarmi dubbiosi: la vecchietta non è per niente convinta. Cerco di pensare velocemente a qualche particolare da aggiungere, ma il bastone che la vecchietta impugna mi rende nervosa.
«Sono venuta per il funerale del signor Casti.»
Non so se il merito è stato dell’aver nominato l’anziano librario, ma la vecchietta cambia espressione. Pronuncia alcune parole in dialetto di cui non comprendo il significato neanche alla lontana, ma che mi fanno intuire di aver fatto la mossa giusta. Bene, ho azzeccato la parola d’ordine e ora posso procedere in modalità indigena.





Non è tutt’oro quello che luccica… mai un detto potrebbe calzare meglio a questo libro, il racconto dei cambiamenti della vita di Alessandra tra ironia, morte e mistero.
Inizia con una storia d’amore che sembra perfetta ma non lo è e quindi deve finire: Ale è in un bar con quale chilo di troppo e battute sagaci che a volte non arrivano, quando per puro caso scopre che un uomo che sembrava morto non lo era.

Mentre spolveravo tutti quei tomi, tentai di spolverare l signor Casti col mio piumino e fu proprio in quell’occasione che sentii per la prima volta la sua voce.

Lo dice in riferimento a un ricordo della sua infanzia, Alessandra ragazzina che per qualche tempo lavora nella libreria del Casti che ne fa parte come un pezzo di arredamento.
Fa ritorno al paesino perché, ancora una volta senza un motivo apparente, ha ereditato quella libreria. In valigia ha l’angoscia che segue le pause di riflessione, la speranza di rivedere una fiamma del passato, i consigli non sempre richiesti di un’amica e la voglia di scoprire se Casti è un cadavere o solo un uomo intrappolato in un sonno profondo. Come si è già detto, niente è come sembra, e Casti tanto morto e casto nemmeno lo era!
Un racconto che non perde mai il ritmo, fa sorridere spesso e sorprende con dolcezza, grazie ad amori che appassiscono e vecchie imprevedibili: Per non parlare del germoglio di amore nato tra i marmi e la promessa di qualcosa di importante.
Una compagnia fresca e divertente sotto l’ombrellone.





Maria Letizia Musu è nata a Cagliari il 12 febbraio del 1966, attualmente risiede a Quartu Sant’Elena con la sua famiglia. Insegna da più di 25 anni Lettere in una scuola media della sua città.
Dopo alcuni anni di esperienza con una piccola CE, ormai da tempo si affida al self publishing.
Ha all’attivo 16 pubblicazioni, tra romanzi e racconti.

Romanzi:
Storici/Fantasy: Nemici (I Giorni dell’Odio, I Giorni della Vendetta, I Giorni della Giustizia, I Giorni della Tempesta); Burgos (I Quattro Regni, La Foresta Stregata, L’Ultima battaglia)
Humor: Non mettetemi fretta
Rosa/Humor/Giallo: Grazie Per la Bruttissima esperienza, Appuntamento al buio

Lavori brevi:
Narrativa: Aspettando il Principe Azzurro (se non fosse per la calzamaglia aderente); Ci amiamo da morire (ma non è detto che sia una buona notizia); Prof, posso andare in bagno?; Prof, posso chiamare a casa?; Gigi Riva non si tocca; Dettagli rilevanti.


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