Buongiorno follower, buon venerdì!
Vi segnalo "Mors Non Omnia Solvit" dell'autrice Francesca Sarnataro.
Titolo: Mors Non Omnia Solvit
Autore: Francesca Sarnataro
Saga: Gli Immortali
Genere: Urban Fantasy dalle tinte horror
Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 10,40
TRAMA:
New Orleans. La vita scorre tranquilla per i suoi abitanti, ignari dei pericoli sovrannaturali che li circondano. Lupi mannari, vampiri, streghe, mutaforma vivono accanto ai mortali. Una fragile tregua per il momento tiene separati i loro mondi. Almeno finora. Una nuova minaccia rischia di rivelare ai mortali la loro esistenza. Per affrontare questo nuovo nemico, che miete vittime tra tutte le fazioni, riusciranno ad andare oltre la tregua e collaborare, o il loro ego e le smisurate ambizioni li porteranno alla distruzione?
DICE L’AUTRICE:
Personaggi principali: è un'opera divisa in tre parti: la prima parte, intitolata I Vampiri, il protagonista, di nome Valentine, vampiro da settecento anni, narra l'intera vicenda in prima persona, coadiuvato da due vampiri, i cui punti di vista sono intervallati da capitoli in terza persona; la seconda parte, intitolata I Lupi Mannari, è narrata dalla protagonista Laura, licantropo da pochi mesi, inesperta e totalmente impaurita di questo nuovo mondo di cui lei era all'oscuro, narra dal suo punto di vista le stesse vicende vissute da Valentine, in prima persona. Infatti, sia lupi mannari che vampiri sono braccati da un esperto Cacciatore dalle qualità sovrannaturali. Anche lei è coadiuvata da due personaggi secondari, i cui punti di vista vengono sempre narrati in terza persona. La terza parte, intitolata Il Cacciatore, vede l'apice della narrazione in cui i segreti sul Cacciatore vengono svelate, insieme a una scoperta che lascia i nostri eroi sbigottiti e anche terrorizzati. Finisce con un cliffhanger.
BREVI ESTRATTI:
Maximus e io ci stavamo lasciando alle spalle il French Quarter mentre ci incamminavamo per Central Business District, dove avremmo incontrato il trio di licantropi che lavorava con noi in quella caccia all’uomo.
Avevo il capo chino e le mani nelle tasche dei jeans scuri, mentre cercavo di non guardare l’uomo al mio fianco, sperando che non avrebbe causato altri problemi con i licantropi, complicando una situazione che era già precaria di suo. La tregua instaurata tra vampiri e lupi mannari era solo un modo, architettato da mio padre, per tenerli sul suolo di New Orleans: avevamo ancora i nostri cani da guardia, anche se non erano più legati al nostro palo. Intanto, mi chiedevo perché Esteban e il suo branco non partisse per un’altra città, lasciandosi alle spalle i vecchi dissapori. Cosa lo tratteneva ancora a New Orleans? Era ancora legato ai ricordi del passato? Era anche vero che noi vampiri non avevamo mai messo delle catene o dei collari ai lupi, loro si limitavano a fare la guardia di giorno, per il resto erano liberi. Ma forse, il semplice fatto che erano legati ai vampiri tramite il “marchio”, li disgustava? In fondo, era così che li tenevamo soggiogati al nostro volere, usando quel legame di sangue e di potere che ci vedeva legati fin quando uno dei due non sarebbe morto. Ma, come spesso capita, questo legame sarebbe durato per sempre.
«Cosa stai pensando?» chiese Maximus, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
Scrollai le spalle e alzai lo sguardo su di lui. Stava sorridendo ma stranamente il suo sorriso era privo di quella malignità che spesso era impressa sul suo volto angelico. Mi procurò un brivido lungo la schiena ed ebbi la sensazione che qualcosa avesse ghiacciato il mio petto.
Mi cinse la vita con un braccio e mi attirò a sé. In quel preciso momento mi sentii in trappola. La stoffa purpurea della sua camicia frusciò contro la mia, mentre si chinava a baciarmi una guancia.
«Marcus non ti ha ordinato di essere sdolcinato con me» dissi in tono freddo.
Scoppiò a ridere. «Quindi, tuo padre ha parlato con te di quello…»
«Sì, mi ha detto che ti ha imposto di proteggermi» dissi fermandolo, impedendogli di finire la frase.
Maximus mi guardò per un lungo momento, continuando a sorridermi. «Cerchiamo di vedere questa imposizione di tuo padre come un motivo per deporre l’ascia di guerra e diventare amici.»
La sua voce mielosa mi fece accapponare la pelle e la sua vicinanza mi mise a disagio. «Beh, io non avrei iniziato così. Avrei preferito parlarne.»
Mi accarezzò i capelli, poi mi lisciò la schiena. Il contatto con le sue dita mi diede ai nervi. Contrassi la mascella e le spalle. Maximus notò la mia tensione e il suo sorriso si allargò ulteriormente, mostrandosi compiaciuto.
«Rilassati» disse e mi diede una pacca sulla spalla.
Francesca Sarnataro è nata a Napoli il 5 dicembre 1988.
Dopo la maturità all’alberghiero, ha conseguito la laurea in Lingue e Culture Moderne. È un'accanita lettrice, amante del caffè, degli animali e della natura.
Ha pubblicato il racconto Il Maniero nella raccolta antologica Oscure Presenze, targata Le Mezzelane Casa Editrice e ha autopubblicato con Amazon il primo romanzo di una pentalogia urban fantasy, intitolato Mors Non Omnia Solvit.
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