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In uscita oggi il nuovo romanzo dell'autrice Liberty Rose: "La Viuda Blanca", terzo volume autoconclusivo della serie "Le ballate de los Llanos".
Titolo: La Viuda Blanca
Autore: Liberty Rose
Serie: Le ballate de los Llanos Vol.3
Genere: Contemporaneo
Disponibile in ebook a € 1,99
E in formato cartaceo a € 13,00
TRAMA:
La vita e gli uomini le hanno tolto tutto: l'amore e l'illusione del futuro. Adesso Bárbara Luzán, chiamata da tutti La Viuda Blanca, è una donna dura, passionale e violenta come la natura che la circonda.
Nessuno potrà più farle del male; sarà lei a usare il prossimo e mai più il contrario.
Ramón Calderón è uno spirito romantico, che ha rinunciato agli agi e ai privilegi del suo ambiente, per dare il suo aiuto a chi ne ha più bisogno. La sua vita sono i suoi pazienti e soprattutto Felipe, suo figlio, di cui si prende cura con amore.
Ma un giorno un colpo di pistola lo porta direttamente tra le braccia de La Viuda Blanca. Per lei, che ha più amanti di quanti ne possa contare, gli uomini sono solo uno sfizio che si toglie, quando lo desidera, per poi disfarsene quando le vengono a noia.
Bárbara si sente attratta da quel medico così diverso dagli altri. Ramón è un uomo determinato, pronto a tutto pur di abbattere le sue difese. Riuscirà a convincerla che la vita vale ancora la pena di essere vissuta e che il futuro conta più del suo passato?
Bárbara non vuole dimenticare, ma la tenerezza di un uomo e di un bambino, soli al mondo, potrebbero forse salvarla dall'abisso.
Può l'amore curare le ferite più profonde? E la tenerezza riuscirà a vincere la violenza del destino?
Tornano le appassionanti vicende della serie Le ballate de Los Llanos! In una terra palpitante di racconti oscuri, passionali e drammatici, la storia di Bárbara Luzán e di Ramón Calderón vi travolgerà con un'ondata di tenerezza.
DICE L’AUTRICE:
La storia di Bárbara è nata da una serie di racconti fatti da una mia amica venezuelana, che mi ha parlato con malinconia della sua terra bellissima e piuttosto tormentata, che condivide con la Colombia, dove sono ambientate le mie storie, l’area de los llanos, questo ecosistema unico al mondo. Los llanos sono una terra ricca di racconti, leggende, musica tramandata oralmente e tra tutte queste storie ce n’era una molto oscura e drammatica, che ha stimolato la mia fantasia, trasformandosi nel racconto de LA VEDOVA BIANCA a cui, con determinazione, ho voluto dare una sua storia felice.
BREVI ESTRATTI:
Bárbara sospirò, cercando di non concentrarsi sulla ferita che pulsava, ma su quelle dita gentili che la stavano sfiorando come se fosse di cristallo. Nessun uomo l’aveva mai toccata con tanta attenzione, come se potesse ferirla.
Socchiuse gli occhi mettendo a fuoco il suo profilo dorato e la concentrazione metodica che si leggeva sul suo viso. Era come se tutto il mondo per lui fosse rimasto fuori e che l’unica cosa che contasse davvero era lei, la sua ferita, il male che si era annidato dentro di lei e che voleva dilagare. La morte era il suo nemico, si disse Bárbara con una scintilla di ammirazione, perché sapeva che quella stessa concentrazione e dedizione erano le stesse che comparivano sul suo viso quando perseguiva i suoi nemici.
Sospirò lievemente di dolore e le mani di lui, che stavano ricucendo, si arrestarono, mentre gli occhi azzurri, di un colore intenso come solo un cielo del sud del mondo poteva essere, si concentrarono su di lei.
«Le ho fatto male?», chiese e Bárbara fece una strana smorfia, chinando il capo in un lato e socchiudendo i grandi occhi neri, vagamente annebbiati dal dolore.
«Neanche il solletico, papacito!», lo sfidò e vide uno strano sorriso disegnarsi sul suo bel viso pulito.
Forse il medico che c’era in lui aveva davvero colto un essere umano ferito e bisognoso, anche se le ferite di Bárbara non erano solo fisiche, ma molto più difficili da curare.
E adesso, dopo averla incontrata solo due volte, gli sembrava di essere ossessionato da lei, dal suo odore, dal suo sapore, da quella luce misteriosa e quasi triste che i suoi occhi neri custodivano, da quell’approccio aggressivo e allo stesso tempo spiazzante che ne faceva vittima e carnefice allo stesso tempo.
Scrivere è sempre stata la mia prima forma di comunicazione. Credo di aver imparato prima a scrivere e poi a parlare. Dai racconti di bambina, rinchiusi in pagine che rubavo ai quaderni di scuola, passando per una vecchia Olivetti della mia adolescenza, il cui nastro mi macchiava tutte le mani quando lo dovevo cambiare, sono arrivata fino a qui, su questa tastiera le cui lettere si stanno consumando a furia di digitare, trascinata dal mio immenso bisogno di raccontare storie.
Oltre la scrittura, le altre mie passioni sono la pittura (altro mio amore lontano), la fotografia, l'amore per le lingue e i viaggi, per tutto il mondo animale e sempre e soprattutto per il mare. Ma essendo nata su di un'isola attaccata dai pirati saraceni, la nostra naturale propensione al viaggio ideale, fatto soprattutto attraverso i libri e la fantasia, è un'eredità del sangue.
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