domenica 20 febbraio 2022

RECENSIONE "LE OMBRE DELL'AFRICA" di Bianca Aparicio Vinsonneau

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Silvia Iside ha letto "Le ombre dell'Africa" dell'autrice Bianca Aparicio Vinsonneau. Traduzione a cura di Laura Stecco.



Autore: Bianca Aparicio Vinsonneau 

Traduttore: Laura Stecco

Genere: Narrativa

Disponibile in ebook a € 2,21

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TRAMA:

Alla fine del XVIII secolo, nelle remote terre africane, il villaggio di Kofi viene selvaggiamente attaccato ed egli viene catturato e reso schiavo. Grazie a un’insperata svolta del destino, scampa alla morte e all’imbarco verso le piantagioni del Nuovo Mondo. In cambio, però, resta prigioniero nel castello di Cape Coast. Da lì, a rischio della sua stessa vita, riesce a mantenere una corrispondenza segreta con la donna che ama. 



È stato un grande piacere leggere questo libro, il quale conferma che ci sono molte perle che restano nell’ombra. Il tema del racconto è proprio la memoria: ombre sono le anime rimaste nell’oblio dove è precipitata la loro storia.
Claudia è una professoressa, si reca in Africa per trovare un argomento base per un articolo e incontra Akassie. Lui è ripugnato da lei, in apparenza. In realtà il suo odio è rivolto a tutta la razza bianca. È il discendente di uno schiavo, uno dei tanti deportati per l’arricchimento dei proprietari di piantagioni. La loro conoscenza, accompagnata dal professor Oduro, procede molto lentamente e tra tanti ostacoli… ma anche tra scoperte sensazionali ed emozionali per Claudia. Ma questo romanzo d’amore si fonde con un giallo ambientato nel castello di Cape Coast, davanti al quale Akassie fa un paragone a effetto tra la forza delle onde che viene meno sulla riva e gli schiavi:

È curioso pensare quanto somiglino agli schiavi che passarono di qui. Li umiliavano e torturavano finché diventavano talmente deboli da non poter far altro che strisciare.

Anche la sua voce è come acqua: fluiva mentre narrava tale atrocità.
I capitoli si alternano tra presente e passato, Kofi, lo schiavo, racconta anche la sua versione. La ricostruzione storica è impeccabile, ci troviamo nell’era degli inizi dell’abolizionismo e del terribile episodio della nave Zong, sulla quale è stato anche girato qualche film.
A un certo punto però la storia dello schiavo, rimasta scritta in alcuni documenti davvero speciali, si interrompe bruscamente. Scoprire il finale potrebbe avere conseguenze mortali ma ormai Claudia ha già deciso cosa vuole scrivere nel suo articolo…
Un libro perfetto, non c’è altro da dire, tranne un complimento alla traduttrice, Laura Stecco, che di sicuro avrà fatto più di uno sforzo per renderlo tale anche in italiano.


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