sabato 6 agosto 2022

RECENSIONE "LE TERRE DI CRISTALLO" di Maria Cristina Garofalo

 

Buongiorno follower, buon sabato!
Giorgia Spurio ha letto per noi "Le terre di cristallo" dell'autrice 
Maria Cristina Garofalo, edito Zefiro Edizioni. 


Autore: Maria Cristina Garofalo

Genere: Narrativa

Casa editrice: Zefiro Edizioni

Disponibile in formato cartaceo a € 11,40



TRAMA:

Le stagioni che viviamo sulla Terra non segnano il nostro volto, non deformano la nostra schiena, non imbiancano il nostro pelo. Non cambiamo o cambiamo sempre: non abbiamo rimpianti, siamo sempre nel flusso, nel momento dell'eterno presente. Finché c'è. 

Quello di Maria Cristina Garofalo è un linguaggio delicato e apparentemente semplice ma che, a tratti, diviene quasi criptico, come se chi racconta si rivolgesse a degli iniziati, a persone che devono entrare in sintonia con ciò che scorre, grazie alle parole della narratrice, davanti agli occhi della fantasia. E quello che scorre è Natura allo stato puro, è essenza delle cose, è spirito. È la magia dei Monti Sibillini vissuta attraverso gli occhi di chi la osserva con un cuore selvaggio, e la sa ascoltare in tutte le sue infinite sfumature. Un romanzo che prosegue l'avventura di Merlino iniziata con La notte della polvere e che restituisce a Le terre di cristallo, ferite dal terremoto, l'incanto di una bellezza da custodire e salvaguardare: il sisma diviene esso stesso parte della Natura, fenomeno ineluttabile e destinato a riproporsi ma anche, necessariamente, ogni volta superabile... 



Maria Cristina Garofalo pubblica Le terre di Cristallo nel 2019 con Zefiro Edizioni. La casa editrice è di Fermo e dalla vendita del libro i soldi sono devoluti al Parco Nazionale dei Monti Sibillini e a Castelsantangelo sul Nera.
L'autrice è psicologa e fondatrice dell'associazione Papigno Pesche per recuperare orti e tornare alle coltivazioni autoctone.
Nel 2016, dopo il terribile terremoto che colpì Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, il 30 ottobre la regione Marche fu di nuovo colpita da un fortissimo terremoto di magnitudo 6,5. Fu anno orribile. Ancora oggi ci sono cicatrici.
Nel libro della Garofalo passeggiamo per queste terre dei Sibillini terribilmente colpite e ancora a stento riprendono dopo tanti anni.
Il libro ha un punto di vista particolare: gli occhi di un lupo.
È un lupo speciale che si chiama Merlino, già conosciuto in un'avventura precedente nel libro La notte della polvere.
Il mondo per lui ha il ciclo delle stagioni. Si accorge dei rumori pericolosi nel bosco ma anche dei silenzi.
I lupi vivono sulle montagne, sono spesso stigmatizzati da chiacchiere e stereotipi, ma conoscono bene il nostro odore, l'odore degli umani.
Merlino vive in modo solitario spostato da una parte all'altra del parco naturale. La sua vita è stata difficile fin da cucciolo con la morte del padre, ma il destino gli ha permesso di conoscere un uomo di cui può fidarsi. Il loro è un patto silenzioso in cui guardarsi a vicenda le spalle, sorvegliarsi e salutarsi da lontano. Lui conosce i suoni della natura, sa il linguaggio dei Volanti, gli uccelli così chiamati da lui. Ogni cosa, ogni essere ha il suo nome: Abbaianti sono i cani, Dorate sono le api, Camminanti sono gli uomini, Parlatori i giornalisti e tra tanti ci sono i Voraci cioè gli speculatori.
Il lupo segue il suo istinto. Accoglie la neve con il suo rigido inverno e anche gli incidenti, che ulteriori colpiscono una zona già martoriata. Segue tracce e ascolta attentamente gli altri animali.
Ogni cosa è legata. Ogni esistenza è collegata a un'altra.
Merlino, il lupo protagonista, ci insegna la saggezza degli Antichi che custodivano la Natura. Lui ci insegna che la Natura non è assassina, ma l'ingordigia violenta di chi pretende di dominarla e sfruttarla, quella genera catastrofi violando la Legge, anche quella degli umani.
Tra i personaggi ci sono gli Alberi, esseri taciturni che se potessero avrebbero tanto da dire soprattutto all'uomo che continua a disboscare.
Il libro di 114 pagine ci porta nell'entroterra marchigiano colpito fortemente dal terremoto, chiamato l'Urlo. A parlarci è un lupo che non si fida di noi, ma ha potuto pian piano comprendere la fiducia da un umano.
Così forse dobbiamo riprendere in mano il nostro rapporto antico con la natura, una relazione di fiducia reciproca e probabilmente solo questa strada sarà l'unico percorso di salvezza. 
Per gli amanti della natura e delle riflessioni, questo libro è un'ottima lettura in cui senza volerlo il lupo Merlino diventa il Cicerone della storia e ci trascina nelle sue passeggiate, nelle sue ricerche, a scovare tracce, tra i suoi monologhi.


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